L’industria automobilistica cinese è al centro di una disputa con l’Unione Europea riguardo ai dazi sui veicoli elettrici che potrebbero entrare in vigore a partire da ottobre. Per evitare tariffe che potrebbero arrivare fino al 36,3%, i produttori cinesi hanno proposto di fissare un prezzo minimo per le loro auto elettriche e di limitare le esportazioni verso l’Europa. Questa mossa mira a rispondere alle preoccupazioni dell’UE, che teme che il basso costo dei veicoli elettrici cinesi possa danneggiare il mercato automobilistico europeo.
I dazi europei sulle auto elettriche cinesi
Le discussioni su questa proposta sono state recentemente al centro di udienze online, richiamando alla memoria un accordo simile del 2013 sui pannelli solari. In quel caso, la Cina aveva accettato di stabilire un prezzo minimo per risolvere una disputa commerciale con l’Europa. Tuttavia, l’accordo sui pannelli solari aveva visto un fallimento quando alcuni stati membri, come Francia e Germania, si erano ritirati dall’intesa.
Nonostante le trattative, le fonti vicine al dossier esprimono dubbi sulla possibilità di raggiungere un accordo simile. La Commissione Europea osserva come il precedente accordo sui pannelli solari non abbia avuto successo, sollevando preoccupazioni sul fatto che la proposta cinese possa non ottenere il consenso necessario.
Il tempo per una decisione sta scadendo, poiché il periodo di consultazione ufficiale si è chiuso venerdì scorso. La decisione finale sui dazi sarà presa nelle prossime settimane. Nel frattempo, i produttori cinesi non restano con le mani in mano. He Xiaopeng, CEO di Xpeng, ha annunciato l’apertura di nuovi impianti produttivi in Europa, mentre Stella Li di BYD ha dichiarato l’intenzione di rafforzare la presenza dell’azienda nel continente, ponendo attenzione alla gestione dei dati, un aspetto cruciale per i veicoli connessi.
Gli analisti ritengono che, nonostante le incertezze, i veicoli elettrici cinesi rimarranno competitivi in Europa. Tu Le, direttore di Sino Auto Insights, sottolinea che le case automobilistiche europee hanno bisogno di questi veicoli per raggiungere gli obiettivi di zero emissioni. Tuttavia, la decisione sui dazi dipenderà dal voto di 15 dei 27 stati membri dell’UE, che devono rappresentare almeno il 65% della popolazione del blocco.