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Sentenza del Texas solleva dubbi sulla legge SCOPE

Un giudice federale del Texas ha emesso una sentenza che blocca parzialmente l’applicazione della legge HB 18, nota come Securing Children Online Through Parental Empowerment (SCOPE). Questa normativa, che avrebbe dovuto entrare in vigore il 1° settembre, richiedeva ai social network di implementare sistemi di monitoraggio e filtraggio specifici per proteggere gli utenti minorenni da contenuti dannosi o potenzialmente tali, inclusi quelli che promuovono il suicidio, l’autolesionismo, l’abuso di sostanze e l’adescamento.

 

Lo SCOPE Act e il pensiero del giudice texano

La decisione del giudice si basa sulla convinzione che i requisiti dello SCOPE Act possano rappresentare una minaccia alla libertà di parola online. Le sezioni della legge che riguardano la verifica dell’età e la raccolta dei dati sui minori sono state confermate, ma quelle relative al monitoraggio e al filtraggio dei contenuti sono state bloccate. I gruppi del settore tech avevano fortemente contestato lo SCOPE Act, sostenendo che limitasse la libertà di espressione in violazione del Primo Emendamento

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La sentenza non solo congela l’applicazione delle nuove norme in Texas, ma solleva anche interrogativi più ampi sulla regolamentazione dei contenuti online. Termini come “promozione”, “glorificazione”, e “molestie” rimangono vaghi e privi di definizioni chiare, sollevando dubbi su cosa costituisca esattamente “abuso di sostanze” o un “disturbo alimentare”. Inoltre, la legge non tiene conto del fatto che contenuti filtrati sui social media possono comunque essere accessibili attraverso altri mezzi di comunicazione.

Il giudice ha argomentato che, nel tentativo di proteggere i bambini da contenuti dannosi, la legge texana rischia di escludere i minori dal dibattito democratico online. Sebbene la decisione sia limitata al Texas, potrebbe avere implicazioni per altre giurisdizioni, potenzialmente ispirando simili iniziative legislative in futuro. La questione della protezione dei minori su internet continua a essere un tema caldo e divisivo, con sfide legali e dibattiti sulla libertà di espressione destinati a proseguire.

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Pubblicato da
Margherita Zichella