L’Europa sta per introdurre nuovi criteri protezionistici nelle aste per l’idrogeno verde. Il Paese vuole tentare di tutelare le aziende comunitarie dalla crescente concorrenza della Cina. Il sistema delle aste è considerato uno strumento fondamentale per garantire uno sviluppo sostenibile e competitivo dell’industria dell’idrogeno, ma c’è un problema. Ora emerge la necessità di salvaguardare questo settore dalle produzioni a basso costo cinesi. Ma questa strategia sarà davvero efficace?
In un intervento presso l’Università di Eindhoven, il Commissario europeo per il Clima, Wopke Hoekstra, ha messo in evidenza la minaccia che la Cina rappresenta per diversi settori economici. La Cina potrebbe essere un pericolo specialmente nel campo dell’energia rinnovabile. Ha ricordato come, negli ultimi anni, abbia dominato il mercato dei pannelli solari e delle auto elettriche. Come? grazie a prezzi molto più allettanti sostenuti da massicci aiuti governativi. Si ripeterà lo stesso scenario con l’idrogeno verde?
Europa ancora in vantaggio per l’idrogeno verde ma di poco
L’industria europea ha però ancora un vantaggio tecnologico significativo. In che senso? Grazie a solide competenze nel campo degli elettrolizzatori PEM e alcalini, che risultano più efficienti rispetto ai modelli alcalini prodotti in Cina, anche se, come detto, più costosi. Il rapido ritmo di crescita del mercato cinese però preoccupa le autorità europee. È realistico pensare che l’Europa possa mantenere il proprio primato per l’idrogeno verde senza proteggere il mercato interno? Forse no. Sappiamo quanto possa essere potente la Cina e avanguardistica.
I nuovi criteri, attualmente in fase di elaborazione, includeranno la necessità di mantenere parte della produzione all’interno dei confini dell’UE. Imporranno una quota minima di lavorazioni locali. Saranno inoltre rafforzate le misure per garantire la sicurezza informatica, proteggendo i dati strategici dell’Europa da accessi esterni. C’è da chiedersi però se questi interventi siano o meno sufficienti a fermare la concorrenza cinese. Hoekstra ha ribadito che l’intento dell’UE non è interrompere i rapporti commerciali con la Cina, ma piuttosto garantire che la concorrenza resti leale. L’Europa riuscirà davvero a proteggere il proprio futuro energetico dato dall’idrogeno verde? Riuscirà a non compromettere le relazioni globali?