Apple ha deciso di anticipare di un giorno il lancio dell’iPhone 16, originariamente fissato per il 10 settembre, per evitare la sovrapposizione con una sentenza della Commissione Europea, che potrebbe infliggere alla compagnia una multa di 14 miliardi di dollari. L’evento, intitolato “It’s Glowtime“, si terrà quindi il 9 settembre, invece del tradizionale martedì. Questa decisione non è solo strategica per evitare la coincidenza con il primo dibattito presidenziale americano, ma mira anche a ridurre l’impatto mediatico di una possibile sentenza sfavorevole.
La disputa legale con la Commissione Europea è in corso da otto anni e riguarda accuse secondo cui Apple, in accordo con il governo irlandese, avrebbe eluso il pagamento delle tasse su oltre 100 miliardi di dollari di ricavi in Europa. Se la sentenza confermasse le accuse, la multa di 14 miliardi di dollari rappresenterebbe una delle sanzioni più alte mai imposte a una multinazionale, stabilendo un precedente importante
per il modo in cui le grandi aziende tecnologiche sono tassate e regolamentate a livello globale.La scelta di Apple di cambiare la data dell’evento non è solo una questione di pianificazione, ma riflette anche le sfide che le grandi corporation affrontano quando si trovano a dover rispettare normative fiscali complesse e a fronteggiare contenziosi legali. Questo episodio mette in luce le incertezze e le tensioni che persino aziende di successo come Apple devono affrontare sotto il controllo delle autorità regolatorie.
Il futuro della causa con la Commissione Europea resta incerto, ma il suo esito avrà probabilmente ripercussioni significative non solo per Apple, ma per l’intera industria tecnologica. La globalizzazione ha reso sempre più complesso il tema della tassazione delle multinazionali, e il caso Apple potrebbe diventare un punto di riferimento per il modo in cui le corporation operano e vengono monitorate a livello fiscale. L’elusione fiscale rimarrà quindi un tema caldo nel dibattito pubblico, alimentato anche da casi come questo.