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Google: nuova causa per monopolio nella pubblicità

È partita una nuova causa contro Google. In questo caso, il problema riguarda la pubblicità online. Il Dipartimento di Giustizia è dell’opinione che l’azienda di Mountain View imponga in modo troppo invasivo il proprio controllo sul processo di compravendita degli spazi.

Google è di nuovo al centro di un processo, proprio dopo la sentenza storica ottenuta lo scorso mese. In quell’occasione l’azienda di Mountain View era stata accusata per una violazione relativa al settore dell’antitrust. L’accusa, secondo quanto riportato, è quella di creare un monopolio che sia in grado di controllare il mercato. Ciò allo scopo di detenere il controllo sul settore dei motori di ricerca.

Google di nuovo sotto accusa: ecco cosa è emerso

Le accuse di monopolio nei confronti dell’azienda di Mountain View sono varie. La prima, come accennato, riguarda il settore dei motori di ricerca. Ma non è l’unico. Google viene considerato monopolista negli scambi pubblicitari, nella vendita e nell’acquisto degli spazi pubblicitari

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Il Dipartimento di Giustizia ha fatto riferimento soprattutto agli strumenti per la monetizzazione dagli editori di annunci display. Si tratta delle pubblicità che si trovano in cima o al lato di una pagina. Quest’ultime si aggiudicano lo spazio dopo un’asta che si svolge nel momento in cui la pagina stessa viene caricata. Secondo quanto riportato dall’accusa sembra che Google detenga il 90% degli strumenti utili per il processo di compravendita.

Al momento sono state ascoltate le prime testimonianze. Quest’ultime hanno confermato il ruolo centrale di Google nel settore pubblicitario. Nei prossimi giorni, invece verranno ascoltati anche i testimoni dell’azienda di Mountain View. Ciò permetterà di avere uno scenario più completo sulla questione.

In ogni caso, Google non ha accettato l’accusa di monopolio. Il punto di partenza è sicuramente il fatto che non si tratta di tre mercati, ma di uno soltanto. Si tratta infatti della compravendita degli annunci pubblicitari online.

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Pubblicato da
Margareth Galletta