Il ministro Valditara in prima linea nella sperimentazione dell'uso dell'AI nelle classi scolastiche, per implementare l'innovazione.

Ieri, al Forum di Cernobbio, il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ha svelato il progetto pilota per l’introduzione dell’intelligenza artificiale nelle scuole italiane. La sperimentazione, che prenderà il via nei prossimi giorni, coinvolgerà 15 classi in quattro regioni: Lombardia, Toscana, Lazio e Calabria, includendo scuole medie e superiori.

 

Il ministro Valditara e la sua sperimentazione con l’AI

Il ministro Valditara ha sottolineato che l’Italia è tra i primi Paesi a iniziare quest’anno scolastico una simile sperimentazione. L’AI, ha spiegato, non ha l’obiettivo di sostituire gli insegnanti, ma di affiancarli, offrendo loro strumenti per personalizzare l’apprendimento. “L’AI può essere impiegata per adattare i contenuti in base alle attitudini degli studenti, monitorare i loro progressi e fornire indicazioni su come migliorare il rendimento”, ha detto Valditara. Non si tratta quindi di sostituire gli insegnanti nel loro ruolo, cosa ancora cruciale soprattutto parlando di scuola primaria.

Il governo si aspetta che l’uso dell’AI riduca il divario tra studenti con capacità e tempi di apprendimento diversi. La sperimentazione durerà due anni e sarà valutata dall’Invalsi, l’istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo. L’Invalsi confronterà i risultati degli studenti delle classi con AI con quelli delle classi tradizionali. Se i risultati saranno positivi, l’AI verrà estesa a tutte le classi italiane a partire dal 2026.

L’implementazione dell’AI prevede l’installazione di un software specifico in Google Workspace, focalizzato inizialmente su materie scientifiche e lingue straniere. Questo software analizzerà le performance degli studenti per individuare eventuali difficoltà di apprendimento, segnalando le problematiche sia agli studenti che ai docenti. Paolo Branchini, consigliere del ministro, ha illustrato con un esempio come l’AI possa rilevare ritardi nell’apprendimento e aiutare i docenti a intervenire tempestivamente.

La partecipazione al progetto sarà subordinata al consenso dei genitori per garantire la protezione della privacy. I dirigenti scolastici delle regioni coinvolte stanno selezionando scuole e classi, assicurando l’approvazione di docenti e studenti.

Valditara ha concluso affermando che se il modello si dimostrerà efficace, il governo intende estenderlo ulteriormente, poiché la personalizzazione della didattica è una priorità della sua agenda educativa.

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