Il settore auto vive un momento delicato. Il ministro delle Imprese, Adolfo Urso, ha proposto di anticipare al 2025 la revisione del Green Deal. Questa era originariamente prevista per il 2026. Secondo il ministro, attendere due anni circa potrebbe addirittura provocare un collasso dell’industria automobilistica europea. Federauto ha accolto la proposta definendola “opportuna e tempestiva”. L’associazione ha dato voce concessionari, con i loro 175.000 dipendenti, che sono i primi a essere colpiti da questa crisi. La difficoltà di vendere veicoli elettrici, anche con gli incentivi, ha portato a un accumulo di auto invendute. Tutto ciò ha messo sotto pressione la rete di vendita.
Il presidente di Federauto, Massimo Artusi, ha evidenziato la necessità di una riflessione sulle misure adottate fino ad oggi. Le case automobilistiche stanno affrontando decisioni difficili. Lo dimostra, solo per fare un esempio, il rischio di chiusura di due impianti della Volkswagen in Germania. Si aggiunge anche a questa situazione l’addio di Volvo alle auto non elettriche entro il 2030. Il mancato decollo delle vendite di veicoli elettrici impone perciò una revisione dei tempi e dei modi. Solo così si potrebbe arrivare alla decarbonizzazione.
Proposte per la ripresa possibile del settore auto
Federauto ritiene che anticipare di un anno la revisione del Green Deal permetterebbe ai produttori di riprogrammare gli investimenti per una transizione green più sostenibile. La vera difficoltà sarà però nelle decisioni che scaturiranno dalla verifica anticipata. Secondo Artusi, mantenere l’obiettivo del 2035 per lo stop alle auto a combustione interna potrebbe peggiorare la crisi, oltre che a rallentare la ripresa.
Tra le proposte avanzate dal settore, vi è quella di adottare un approccio basato sulla pluralità tecnologica. Federauto suggerisce di considerare anche i biocarburanti come HVO e biometano. Questi sono già disponibili sul mercato e potrebbero aiutare la trazione elettrica. Ciò consentirebbe ai produttori di sviluppare soluzioni carbon neutral più accessibili e diversificate. In questo modo terrebbero conto delle diverse necessità economiche e ambientali. Una revisione di questo tipo favorirebbe anche una scelta più consapevole da parte dei consumatori, senza escludere soluzioni alternative all’elettrico, promuovendo un passaggio alle auto green più graduale ma efficace.