WhatsApp

WhatsApp, una delle app di messaggistica più utilizzate al mondo, ha introdotto nel 2021 la funzione “Visualizza una volta”. Questa opzione consente di inviare file multimediali, come foto e video, che vengono cancellati automaticamente. Però dopo essere stati visualizzati dal destinatario. L’obiettivo è quello di offrire agli utenti una maggiore tutela della loro privacy. Eppure, a distanza di tre anni, si scopre che questa funzione non è così sicura come sembra. Recenti studi, condotti dall’azienda Zengo, hanno dimostrato come sia possibile aggirare questa protezione con facilità.

WhatsApp: app di terze parti e la mancanza di una soluzione concreta

Secondo Zengo, un messaggio “Visualizza una volta” non sparisce realmente. Ma è semplicemente contrassegnato con un attributo che ne limita la visualizzazione. Disattivando questo flag, il messaggio si comporta come un normale file, rimanendo accessibile. Anche se WhatsApp non consente di rimuovere questo attributo, applicazioni di terze parti e alcune estensioni per browser però sembra possano farlo. Compromettendo così la privacy dell’utente.

Sullo store Google Play e su piattaforme non ufficiali, sono disponibili molte app alternative che permettono di modificare la gestione dei messaggi di WhatsApp. Queste piattaforme offrono funzionalità aggiuntive o personalizzazioni dell’interfaccia. Ma spesso richiedono l’accesso completo alle conversazioni delle persone. Alcune di queste riescono infatti a disattivare la visualizzazione singola, trasformando i messaggi effimeri in contenuti permanenti.

Le estensioni per browser, specificamente quelle create per WhatsAppWeb, riescono a fare la stessa cosa. In più, consentono di scaricare l’anteprima dei messaggi che dovrebbero autodistruggersi. Ciò permette dunque di copiare, inoltrare o salvare i file senza che il mittente ne sia consapevole. Meta, l’azienda madre di WhatsApp, ha riconosciuto il problema. A tal proposito ha così e promesso di rilasciare una soluzione per la versione desktop. Però, per le app di terze parti, almeno per il momento, non ci sono ancora risposte concrete.

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