Luca de Meo, CEO di Renault e presidente di ACEA, ha lanciato un allarme che non può essere ignorato. L’industria automobilistica europea rischia di pagare 15 miliardi di euro in multe a partire dal 2025. La ragione? Le nuove regole sulle emissioni di CO2, che fissano un tetto di 93,6 grammi per chilometro per le nuove auto, mettono i costruttori in serie difficoltà. Perché? Perché le vendite di veicoli elettrici non crescono, sono in stallo. Il ritmo è lento e non si riesce a compensare il calo delle emissioni. Ciò significa che molte case automobilistiche potrebbero non raggiungere l’obiettivo. La conseguenza sarebbe il dover pagare multe pesantissime: 95 euro per ogni grammo di CO2 in eccesso per ogni auto venduta.
Rinviare i limiti è la soluzione ideale per il settore auto?
ACEA ha chiesto all’Unione Europea di posticipare di due anni l’applicazione dei nuovi limiti. Secondo l’associazione, non ci sono ancora le condizioni per una transizione di massa verso i veicoli a zero emissioni. Le criticità sono molteplici. Per prima cosa mancano infrastrutture di ricarica. C’è poi da considerare l’assenza di un adeguato approvvigionamento di materie prime come le batterie. I prezzi dell’energia verde, come molti già sapranno, inoltre restano troppo elevati. Anche Mario Draghi, nel suo recente rapporto, ha evidenziato che l’UE ha fissato obiettivi ambientali senza pianificare un vero supporto industriale. Ma è davvero realistico pensare di rinviare questi limiti? Il presidente del gruppo Volkswagen, Hans Dieter Pötsch, sembra pensarla così. Il manager ha chiesto maggiore chiarezza e una revisione degli obiettivi UE. Ha sottolineato che il settore non può avanzare senza le necessarie infrastrutture e soprattutto senza un adeguato coinvolgimento della clientela.
L’industria auto è pienamente impegnata a rispettare gli Accordi di Parigi, ma De Meo e Pötsch ritengono che la transizione debba essere più graduale. Com’è ora è sin troppo drastica e dannosa. Politiche climatiche ambiziose sono necessarie, ma senza una pianificazione industriale coerente, il rischio è che il settore perda competitività. Quindi, la domanda resta: il 2025 sarà l’anno della svolta o un disastro per il settore auto? ACEA e Volkswagen sembrano essere d’accordo e optare per la seconda teoria. Senza un ripensamento degli obiettivi, l’industria potrebbe pagare un prezzo troppo alto.