Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, ha annunciato la creazione di un tavolo tecnico per stabilire le regole sull’omologazione dei dispositivi di rilevazione della velocità, come gli autovelox. L’annuncio è stato dato durante un question time al Senato, in risposta a un’interrogazione che riguardava l’uso corretto degli strumenti di misurazione della velocità dei veicoli. Il tema ha generato forti discussioni negli ultimi mesi, alimentate soprattutto da una recente sentenza della Cassazione.
Il problema degli autovelox in Italia
Con la sentenza 10105/2024, la Cassazione ha chiarito che non è sufficiente l’approvazione da parte dei Comuni per rendere legalmente utilizzabili gli autovelox. Per essere validi, i dispositivi devono essere anche omologati. Questa decisione ha creato incertezze amministrative e sollevato dubbi sia tra i cittadini che tra i sindaci. Il senatore UDC Antonio De Poli ha portato la questione all’attenzione del ministro Salvini, chiedendo maggiore chiarezza sull’argomento.
L’ordinanza della Cassazione ha evidenziato l’importanza di garantire l’omologazione dei dispositivi per evitare dubbi sulla legittimità delle sanzioni derivanti dalle violazioni del Codice della strada. In seguito alla sentenza, sono emerse preoccupazioni riguardanti la gestione delle multe, che potrebbero essere considerate illegittime se i dispositivi non fossero omologati correttamente. Con l’annuncio del tavolo tecnico, il ministero intende avviare un processo che dovrebbe portare a maggiore trasparenza e certezza normativa per tutti.
Salvini ha dichiarato che il tavolo tecnico sarà formato da esperti e attori del settore e avrà il compito di stabilire regole precise per l’omologazione. L’obiettivo, ha affermato, è evitare che gli autovelox diventino strumenti per aumentare le entrate tramite multe, specie in strade con bassa incidentalità, e garantire che siano usati realmente per migliorare la sicurezza stradale.
Il ministro ha inoltre menzionato la riforma del codice della strada, con un focus sulle sanzioni senza contestazione immediata, e ha criticato l’approccio del Comune di Bologna sulle Zone 30, auspicando un’applicazione più ragionata di queste misure, limitata alle aree ad alto rischio.