Ad Agrigento sta crescendo a vista d’occhio il numero delle vittime di furti d’identità attraverso WhatsApp. Circa venti persone hanno già denunciato casi di truffa alle autorità competenti. Tra loro, proprio di recente, anche una commercialista quarantenne ha sporto denuncia per essere stata estromessa dal suo account. Questo tipo di crimine risulta particolarmente preoccupante, poiché spesso si accompagna a frodi finanziarie e altri tipi di inganni. Il meccanismo utilizzato è semplice ma estremamente ingannevole. I truffatori inviano un messaggio da un contatto salvato in rubrica, chiedendo alla vittima di inoltrare un codice a sei cifre o di cliccare su un link.
Le vittime, senza sospettare nulla, rispondono alla richiesta. Permettendo così ai malintenzionati di prendere possesso del loro account WhatsApp. Una volta acquisito il controllo, i truffatori possono cambiare nome, immagine profilo e accedere a tutte le informazioni presenti. Ciò include anche i contatti della rubrica, che diventano potenziali obiettivi per altre truffe. Alcune vittime hanno riportato di aver perso somme di denaro considerevoli. Proprio perché avevano condiviso informazioni sensibili sulla famosa app di messaggistica.
La truffa del codice a 6 cifre non si limita solo al furto d’identità. Una volta compromesso il profilo di una persona, i truffatori possono inviare ulteriori messaggi ai contatti della vittima. Creando così una sorta di “catena di Sant’Antonio” che amplia il numero delle persone coinvolte. Ad esempio, possono far credere ai nuovi contatti di aver inviato un codice per errore, sfruttando la fiducia tra conoscenti. Basta un click sul link o l’invio del codice ricevuto per cadere nella trappola.
Questo tipo di minaccia purtroppo non è una novità per le piattaforme social. Ma la sua espansione su WhatsApp è allarmante, dato che l’app è ampiamente utilizzata per la comunicazione privata e professionale. A tal proposito, le autorità raccomandano di non inoltrare mai codici o link, anche se provengono da un contatto fidato. In più di verificare sempre la legittimità del messaggio ricevuto.