Le trattative per arrivare a questo progetto sono state più complicate del previsto. Il primo dubbio riguarda l’affidarsi completamente ad un’unica azienda. Inoltre, le diverse agenzie governative hanno affrontato diversi dibattiti per quanto riguarda il finanziamento. Si è trattato di piccoli intoppi che hanno però rallentato l’inizio del programma.
Inoltre, in un primo momento il Pentagono avrebbe dovuto contribuire con 2,5 miliardi di dollari, all’inizio dell’anno però si è ritirato. Ciò ha spinto il Dipartimento del Commercio ad intervenire coprendo l’intera cifra (pari a 3,5 miliardi come anticipato) tramite il programma “Chips Act” per le sovvenzioni.
Nel dettaglio, il programma “Secure Enclave” intende cambiare l’assetto attuale del mercato. Per farlo si spinge a riportare negli Stati Uniti la produzione di processori avanzati che possano essere usati in applicazioni militari. Riguardo il dubbio di affidare l’intero processo ad una sola azienda è importante sottolineare che Intel è l’unica negli USA a produrre chip su nodi avanzati. Detto ciò, è facile comprendere perché rappresentava la soluzione ideale per la realizzazione del processo.
Intel, con il proprio processo produttivo avanzato (18A) potrebbe avviare la produzione di massa a partire dal 2025. Lo scopo è quello di realizzare dei chip avanzati per l’Intelligence e la Difesa. Per farlo è necessario procedere in ambienti sicuri che possano, idealmente, essere separati dalla produzione di altri componenti. Per attuare l’intero progetto, secondo quanto riportato da Bloomberg, il programma coinvolgerà diversi stabilimenti di Intel collocati in diversi Stati. Tra quest’ultimi c’è anche la struttura in Arizona. Qui sono disponibili le fabbriche Fab 52 e Fab 62, tutte compatibili con il citato processo 18A.