L’intelligenza artificiale generativa, la tecnologia che sta trasformando vari settori, potrebbe nascondere un lato oscuro: un impatto ambientale allarmante. È questo il monito lanciato da Sasha Luccioni, una ricercatrice canadese di origini russe, recentemente riconosciuta tra le 100 persone più influenti nel campo dell’IA dalla rivista Time.
In un’intervista all’AFP durante la conferenza ALL IN a Montreal, Luccioni ha sottolineato come l’IA generativa consumi 30 volte più energia rispetto ai motori di ricerca tradizionali. “Trovo particolarmente preoccupante che l’IA generativa venga usata per effettuare ricerche su Internet”, ha dichiarato Luccioni. Il problema deriva dalla complessità dei modelli linguistici alla base di tecnologie come ChatGPT o Midjourney, che richiedono enormi risorse di calcolo per addestrarsi su miliardi di dati e operare su server potenti.
In aggiunta al consumo energetico per l’addestramento, c’è anche l’energia necessaria per ogni risposta generata ai singoli utenti. A differenza dei motori di ricerca, che si limitano a estrarre informazioni, i programmi di IA generano contenuti nuovi, un processo che Luccioni definisce “molto più energivoro”.
Le statistiche sono preoccupanti: secondo l’Agenzia Internazionale dell’Energia, IA e criptovalute hanno consumato quasi 460 terawattora di elettricità nel 2022, ovvero il 2% della produzione globale di energia.
Nonostante il quadro critico, Luccioni non si limita a segnalare il problema; sta attivamente lavorando per trovare soluzioni. Nel 2020, ha contribuito alla creazione di “CodeCarbon“, uno strumento per quantificare l’impronta di carbonio del codice informatico. Ora, come responsabile della strategia climatica presso la startup Hugging Face, sta sviluppando un sistema di certificazione per gli algoritmi, simile ai punteggi energetici degli elettrodomestici. Questo sistema consentirebbe di misurare l’efficienza energetica dei modelli di IA, assegnando punteggi come A+ o D in base al loro consumo.
Luccioni sottolinea l’importanza della trasparenza da parte delle grandi aziende tecnologiche. Nonostante gli impegni di Microsoft e Google di raggiungere la neutralità carbonica entro la fine del decennio, le loro emissioni di gas serra sono aumentate significativamente nel 2023 a causa dell’IA. Luccioni sollecita anche un intervento governativo, sottolineando che i regolatori al momento “volano alla cieca” senza dati dettagliati sui set di dati o sull’addestramento degli algoritmi.
Infine, Luccioni evidenzia l’importanza di educare il pubblico sull’impatto ambientale dell’IA. Il suo studio recente ha dimostrato che produrre un’immagine ad alta definizione con l’IA consuma quanto una ricarica completa di un cellulare, rendendo evidente la necessità di un’azione concreta per mitigare l’impatto ambientale di queste tecnologie.