shein temuBiden ha presentato una nuova proposta di legge che intende intervenire sulle piattaforme di e-commerce. Nello specifico, ad essere nel mirino sono soprattutto Shein e Temu. Lo scopo della proposta e di chiudere la “scappatoia” che ha permesso a tali piattaforme di importare diversi beni senza che venissero imposti i dazi.

Il nuovo intervento fa parte di una strategia molto più ampia con la quale la Casa Bianca intende fermare l’influenza della Cina nel settore economico. In questo modo si punta anche a proteggere le industrie americane.

Shein e Temu nel mirino: cosa succederà?

Il punto centrale della questione riguarda le tariffe e i dazi relativi alle spedizioni. Nello specifico, i pacchi che presentano un valore inferiore a 800 dollari vengono esentati da tali tassazioni (de minimis). Suddette esenzioni sono state ideate con lo scopo di facilitare il commercio internazionale. Sono state proprio quest’ultime a permettere ai rivenditori cinesi di espandere la propria presenta in America. Piattaforme come Temu e Shein ne sono la prova.

Secondo Biden, piattaforme di questo tipo hanno sfruttato impropriamente le esenzioni proposte diffondendo prodotti venduti in modo sleale. Tale situazione, secondo quanto dichiarato dall’attuale Presidente degli Stati Uniti, ha portato ad una situazione di crisi per tutti i rivenditori nazionali. Quest’ultimi, infatti, non riescono a tenere il passo con questo tipo di concorrenza.

Per questo motivo sono stati ideati diversi interventi utili. Tra le soluzioni proposte c’è quella che punta a rendere le importazioni coperte dai dazi non idonee all’esenzione “de minimis”. Nello specifico, si tratta del 40% delle importazioni. Suddetto provvedimento, al momento, risulta in esame presso la Camera.

Se venisse accettato, il provvedimento andrebbe ad eliminare in modo automatico le esenzioni per le importazioni da qualsiasi Paese. Nello specifico si tratta di tutti quelli che sono presenti nella Priority Watch List del Rappresentante per il Commercio. Oltre alla Cina, la lista comprende anche Russia, Cile, Venezuela, India, Argentina ed Indonesia. L’idea è quella di procedere con un’eliminazione totale, Se non fosse possibile, si potrebbe procedere eliminando dalle esenzioni almeno i prodotti tessili e quelli del settore di abbigliamento.

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