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Google: cambio di rotta per la sanzione ai danni di AdSense

Google aveva ricevuto una multa pari a 1,5 miliardi di euro a causa di alcune pratiche legate alla piattaforma AdSense e ritenute anticoncorrenziali. Eppure, ora potrebbe esserci stato un cambiamento importante riguardo tale situazione. La Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha annullato la sanzione dopo 5 anni. Secondo l’accusa Google aveva  approfittato della propria posizione di predominio. In particolare, si fa riferimento al settore della pubblicità online. Eppure, secondo l’esecutivo europeo, sembra che la prima sentenza non avesse tenuto conto di alcune circostanze pertinenti.

In particolare, si fa riferimento ad una serie di clausole, ritenute abusive. Secondo quanto riportato, quest’ultime impedivano ai concorrenti di introdurre nelle loro pubblicità su siti terzi. In questo modo veniva garantito a Google il monopolio su alcuni contesti.

Annullata la multa a Google: ecco cosa è stato ricavato

Suddette pratiche, al tempo, furono considerate un abuso di pozione dominante. Secondo Margrethe Vestager, commissaria alla Concorrenza, la strategia di Google aveva portato ad una serie di problemi per la concorrenza. Ciò aveva bloccato alle altre aziende la possibilità di competere a pari possibilità

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La multa nei confronti di AdSense era parte di una serie di sanzioni che erano state inflitte all’azienda di Mountain View. L’Unione Europea, infatti, aveva imposto, nel 2019, un’ammenda da 1,49 miliardi di euro. Quest’ultima era risultata conseguenza dell’indagine condotta dalla Commissione, guidata da Vestager. A ciò si unisce una sanzione da 4,34miliardi di euro per abuso di posizione dominante con Android. Una seconda, invece, era da 2,42milairdi. Quest’ultima è stata confermata di recente e riguarda l’accusa di pratiche scorrette per i servizi di shopping e comparazione.

La multa annullata, in riferimento alle pratiche di AdSense, rappresenta per Google una vittoria importante. In primis, perché tale decisione riduce l’entità delle sanzioni che l’azienda di Mountain View deve pagare. Anche se è stata annullata, la sentenza mette ugualmente in evidenza come le strategie di Google abbiano condotto a soluzioni anticoncorrenziali.

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Pubblicato da
Margareth Galletta