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PlayStation 6: Sony sceglie ancora una volta AMD

A quanto pare il periodo nero di Intel sembra proprio non voler terminare, dopo i problemi registrati con i suoi processori di 13ª e 14ª generazione l’azienda si stava apprestando a ricominciare da capo tramite i suoi nuovi processori Intel Arrow Lake, i quali probabilmente segneranno un punto di svolta e di non ritorno che deciderà molto del futuro finanziario di Intel, nemmeno il tempo però di rilanciarsi che la nota azienda ha subito un altro duro colpo, sembra infatti che abbia perso definitivamente l’accordo di appalto per la produzione di chip che muoveranno PlayStation 6, quest’ultimo è stato assegnato ad AMD per la progettazione e a TSMC per la produzione, anziché a Intel come inizialmente previsto.

 

Un addio doloroso

Si tratta di una perdita certamente sanguinolenta per quanto riguarda Intel dal momento che il mercato delle console e soprattutto della produzione di chip per queste ultime garantisce una risorsa finanziaria non eccessivamente elevata ma allo stesso tempo costante e stabile

, le console di Sony infatti vendono all’incirca 100 milioni di unità nell’arco di quattro o cinque anni, cosa che garantisce una stabilità molto importante per i progettisti dei chip.

Ciononostante però la scelta di Sony è legata a molteplici ragioni di cui alcune decisamente comprensibili, sembra infatti che la ragione alla base dell’accordo saltato sia una mancata intesa sul margine di profitto per Intel, allo stesso tempo pare anche che Sony abbia voluto mantenere la continuità con AMD che ha prodotto i chip di PlayStation 4 e PlayStation 5 per garantirsi il più possibile la retrocompatibilità con queste ultime su PlayStation 6.

A quanto pare però la strada è segnata, Intel dovrà fare a meno di questo accordo e dedicarsi ad altre possibilità per quanto riguarda la produzione di chip per terze parti che da sempre costituiva un’ottima fonte di reddito per l’azienda e rappresentava tra le altre un piano importante secondo il suo CEO per la ripresa dell’azienda.

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Pubblicato da
Eduardo Bleve