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Porsche e il motore a sei tempi: rivoluzione o complessità?

Porsche ha sorpreso il settore automobilistico. L’azienda ha depositato un brevetto per un motore a sei tempi, rompendo con la tradizione dei motori a quattro tempi. La casa tedesca ha presentato il brevetto presso l’Ufficio Brevetti degli Stati Uniti. Le specifiche tecniche rivelano un progetto destinato a cambiare le regole del mondo delle auto.

La novità principale della Porsche sta in un albero motore speciale. Questo consente di aggiungere due fasi extra al ciclo tradizionale: una seconda fase di compressione e una seconda fase di potenza. In tal modo, il ciclo si divide in due sequenze di tre tempi ciascuna. La prima segue il percorso classico di aspirazione, compressione e potenza. La seconda ripete compressione e potenza prima dello scarico. Ma perché Porsche ha voluto sperimentare con un motore così diverso? La ragione è semplice: aumentare la potenza e migliorare l’efficienza del motore. Il nuovo ciclo dovrebbe infatti garantire una combustione più completa della miscela e, di conseguenza, un miglior rendimento.

Il progetto Porsche funzionerà?

La configurazione a sei tempi, con due fasi aggiuntive, permette di avere una fase di potenza ogni tre tempi

. Questa va contro l’una su quattro nei motori tradizionali. L’incremento potrebbe portare a guadagni significativi in termini sia di efficienza che di prestazioni. La complessità meccanica del progetto però solleva alcuni dubbi. Un albero motore che ruota su due circonferenze concentriche è una sfida tecnica non da poco. Il brevetto di Porsche lascia aperti molti interrogativi. Il nuovo design sarà in grado di superare le difficoltà tecniche?

E i vantaggi di potenza ed efficienza saranno sufficienti a giustificare un sistema così complesso? Gli ingegneri di Porsche sembrano credere di sì, suggerendo che c’è ancora spazio per innovare nel mondo dei motori a combustione interna. Stranamente, considerando che l’elettrificazione avanza a grandi passi, Porsche punta ancora sui motori termici. È un azzardo? Forse. Sta di fatto che l’azienda dimostra anche che l’industria non ha ancora abbandonato la ricerca di soluzioni per migliorare le prestazioni e l’impatto ambientale dei motori tradizionali.

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Pubblicato da
Rossella Vitale