Il mercato europeo delle auto elettriche continua a calare. Mese dopo mese i numeri scendono in picchiata. Un segnale preoccupante che ha spinto ACEA a lanciare un allarme. Secondo ACEA, infatti, la riduzione costante della quota di mercato delle vetture elettriche sta mettendo in seria difficoltà l’intero settore automobilistico.
Le cause di questo declino non sono da attribuire solo alla disponibilità di auto elettriche i o alla loro tecnologia, che sono già all’avanguardia. Il problema è più ampio. Esso riguarda anche infrastrutture insufficienti e una competitività europea in crisi. Le regole imposte dall’Unione Europea sugli obiettivi di CO2 per il prossimo anno stanno diventando una vera sfida per i costruttori. In molti rischiano di non essere pronti a rispettarle.
La crisi del mercato e transizione alle auto elettriche
ACEA chiede a gran voce un intervento rapido. La Commissione Europea deve agire al più presto. L’associazione ha sollecitato le istituzioni a rivedere le normative previste, soprattutto per evitare le pesanti multe. Queste potrebbero ben presto colpire le aziende non in regola e portare a conseguenze molto gravi. Sarebbe giusto non dare più tempo ai produttori, quando le regole erano chiare da tempo? Carlos Tavares, CEO di Stellantis, ha sottolineato che le aziende dovrebbero essere pronte, avendo avuto anni per prepararsi. Eppure, molti costruttori non vedono la situazione allo stesso modo. Secondo ACEA, è fondamentale che la Commissione anticipi al prossimo anno le revisioni delle normative sulla CO2 delle auto.
L’obiettivo è evitare di accentuare la crisi che potrebbe portare non solo a tagli produttivi, ma anche a un indebolimento della filiera industriale europea. Questo scenario quasi devastante non riguarda solo l’industria, ma anche l’occupazione e il futuro della transizione energetica dell’intero continente. Senza un’azione immediata, la transizione verso le emissioni zero rischia di fallire. Il calo delle vendite di auto elettriche, unito a problemi geopolitici ed economici, sta erodendo la competitività dell’Unione Europea rispetto a regioni come la Cina e gli Stati Uniti. Ora la palla passa alle istituzioni: riusciranno a reagire in tempo per salvare il futuro dell’automotive europeo?