Quando si parla di Apple, si pensa sempre a quanto si sarebbe felici acquistando magari il nuovo iPhone o uno dei tanti dispositivi messi a disposizione dal colosso. In realtà, addentrandosi nel mondo delle varie grane che purtroppo contornano il marchio, si finisce spesso a parlare di problematiche molto più grandi del previsto. Durante l’ultimo periodo, infatti, Apple avrebbe attirato contro di sé feroci critiche a causa di un’imposizione.
L’azienda americana avrebbe deciso infatti di imporre una commissione pari al 30% ai servizi di streaming musicale, i quali chiaramente si sono poi rifatti sui clienti. La Commissione Europea avrebbe interpretato questa situazione in maniera univoca: Apple starebbe facendo tutto ciò per favorire il suo servizio Apple Music. È proprio per tale motivazione che durante lo scorso mese di marzo è arrivata una multa per il gigante da ben 1,8 miliardi di euro a causa di quella che è stata definita una posizione dominante. Questa avrebbe danneggiato il mercato e soprattutto i clienti.
Per le motivazioni citate poco più in alto, nasce dunque una classe action che è stata lanciata anche in Italia da Altroconsumo e che prende il nome di “Apple non suona il p(r)ezzo giusto“. Insieme a Belgio, Portogallo e Spagna, la celebre associazione in favore dei consumatori ha optato per chiedere un risarcimento per tutti gli utenti che hanno acquistato sull’App Store di Apple dei servizi di streaming musicale che non fossero Apple Music. Il risarcimento stimato dovrebbe essere di circa 3 € al mese e per tutti i mesi in cui tale piano è stato pagato mediante lo Store di Apple.
“La Commissione Europea ha già sanzionato Apple per pratiche anticoncorrenziali. Partendo da questo precedente, Altroconsumo, in collaborazione con le associazioni di consumatori di Spagna, Belgio e Portogallo appartenenti a Euroconsumers, ora richiede un adeguato risarcimento per gli utenti iOS colpiti dall’abuso di posizione dominante dell’azienda di Cupertino, ha affermato Federico Cavallo, Responsabile Relazioni Esterne di Altroconsumo“.