Il Ministero dell’Ambiente si prepara a presentare il nuovo Decreto Ambiente. Il suo obiettivo, ora, è quello di aggiornare e semplificare il più possibile il quadro normativo. Il testo cerca di coniugare la tutela ambientale con la sicurezza energetica. Come cambieranno, con esso, le concessioni per petrolio e carbone? Il decreto prevede il blocco delle nuove concessioni sia in mare che sulla terraferma. Segue così gli obiettivi di transizione energetica del Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC).
Le concessioni esistenti, però, per la produzione di idrocarburi potranno essere prorogate. Ciò può avvenire a condizione che le riserve minerarie siano ancora utilizzabili e che la produzione possa essere completata. Questo permetterà di sfruttare al massimo le risorse già disponibili, senza ulteriori danni ambientali. Una delle novità del decreto riguarda la possibilità di estrarre gas naturale entro 12 miglia dalla costa. Può accadere, se richiesto, prima dell’entrata in vigore del decreto e con riserve certe di almeno 500 milioni di metri cubi.
Priorità nel decreto per progetti rinnovabili
Un altro pilastro del decreto riguarda la semplificazione dei procedimenti di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) per i progetti considerati prioritari. Ma quali progetti avranno la precedenza? Gli impianti per la produzione di idrogeno verde, il repowering o la ricostruzione di impianti fotovoltaici ed eolici. A questi si aggiungono le installazioni agrivoltaiche con una potenza minima di 50 MW e impianti eolici da almeno 70 MW.
Il decreto prevede inoltre una riduzione dei tempi di valutazione della Commissione Pniec-Pnrr. In tal modo riservan ai progetti prioritari fino al 60% delle trattazioni. A supporto delle commissioni tecniche, interverrà anche il Gestore dei Servizi Energetici (GSE), snellendo i procedimenti burocratici. Si spera che così si acceleri l’implementazione delle energie rinnovabili il prima possibile. Riuscirà il nuovo decreto a rispondere alle sfide ambientali e energetiche del Paese? Le prossime settimane saranno decisive per capire l’impatto delle nuove misure sull’uso reale delle fonti dannose e quelle sostenibili.