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A partire dall’inizio del 2025, Amazon metterà fine al lavoro ibrido. Richiederà quindi a tutti i suoi dipendenti di essere presenti in ufficio per cinque giorni alla settimana. Questa decisione segna un cambiamento importante rispetto al modello adottato negli ultimi 15 mesi. Il quale prevedeva tre giorni di lavoro in sede e due da remoto. Secondo il CEO Andy Jassy, la scelta di tornare alla presenza totale è motivata dall’osservazione che il lavoro in ufficio favorisce una maggiore collaborazione tra i team. Oltre che una trasmissione più efficace della cultura aziendale e un ambiente più stimolante per l’apprendimento e la creatività. Jassy ha spiegato che è più semplice per i dipendenti apprendere e mettere in pratica le competenze quando lavorano fianco a fianco. Il lavoro da remoto però sarà ancora consentito in casi eccezionali, come emergenze familiari o progetti specifici.

Amazon: nuove politiche organizzative, addio al “hot desking” negli USA

Questo ritorno alla presenza completa si inserisce in una tendenza che sta prendendo piede in molte grandi aziende del settore tecnologico. Anche Alphabet (Google) ha già introdotto una politica simile. La quale richiede il ritorno in ufficio per almeno tre giorni alla settimana. Amazon, con questa mossa, si pone all’avanguardia di un cambiamento che potrebbe coinvolgere altre grandi imprese del settore nei prossimi mesi.

Oltre al ritorno in azienda, è stata anche annunciata la fine della pratica del “hot desking” nelle sue sedi statunitensi. Questo sistema, prevedeva postazioni di lavoro non assegnate e condivise tra i dipendenti. Al suo posto, verranno ripristinate postazioni fisse per tutti i lavoratori, migliorando la stabilità e il comfort sul posto di lavoro. La nuova politica organizzativa punta anche a ottimizzare la struttura aziendale. Amazon mira infatti ad aumentare del 15% il rapporto tra lavoratori e manager entro marzo 2025. Questa riorganizzazione riflette la volontà di rendere l’azienda più efficiente, con una gestione più snella e mirata.

Tale decisione però è in netto contrasto con alcune tendenze in Europa, dove si continua a promuovere il lavoro flessibile. In Regno Unito, ad esempio, si continua a pensare che la flessibilità in ambito lavorativo possa incrementare sia la produttività che la fedeltà dei dipendenti.

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