I costi energetici in Italia risultano essere particolarmente elevati, che arrivano fino al 40% in più della media europea. Secondo i dati raccolti le rinnovabili non bastano sulla base dell’occupazione del territorio. Quindi secondo le autorità, sembra che l’unica soluzione sia un ritorno al nucleare. A tal proposito, Emanuele Orsini, il nuovo presidente di Confindustria, ha dichiarato che tale opzione è inevitabile. Anche Gilberto Picchetto Fratin, ministro dell’Ambiente e delle Sicurezza Energetica, ha confermato che il raddoppio della domanda non è raggiungibile con l’eolico o il fotovoltaico.
In Italia potrebbe arrivare presto il nucleare?
Picchetto Fratin ha dichiarato che entro la fine dell’anno potrebbe essere avviato l’iter legislativo per proporre un nuovo disegno di legge in merito. Quest’ultimo potrebbe essere discusso e approvato già nel 2025.
A non condividere la decisione del governo potrebbe esserci il Green Deal europeo. Quest’ultimo, infatti, ha ribadito l’obiettivo dell’Europa di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Secondo il ministro però non è stato messo in dubbio il traguardo finale da raggiungere, ma solo gli strumenti imposti per poterlo raggiungere.
Pichetto Fratin ha dichiarato che intorno al 2030 ci sarà la possibilità di sperimentare la produzione di nuovi moduli nucleari. Ciò significa che il 22% del nucleare sarà possibile risparmiare circa 34 miliardi all’anno. Un dato decisamente importante per il rapporto tra il mix energetico nazionale e le spese per l’energia.
I Paesi favorevoli alla diffusione del nucleare si riuniranno a Parigi per la conferenza internazionale. Quest’ultima avverrà sotto l’egida dell’Ocse e del governo svedese. L’evento ha l’obiettivo di avviare il rilancio dell’energia nucleare e raggiungere traguardi importanti per i target climatici globali. A partecipare saranno diversi Stati, tra cui Francia, Polonia, Ungheria, Estonia, Ghana. Canada, Polonia, Stati Uniti, Bulgaria, Giappone, Repubblica Ceca e Corea del Sud. Inoltre, saranno compresi anche alcuni operatori dell’industria nucleare. Si tratta di primi passi in questo settore e solo con il tempo sarà possibile scoprire se il futuro dell’Italia sia indirizzato davvero al nucleare.