La fisica quantistica non smette di riservare sorprese e superare i suoi stessi limiti, ora con la ricerca di energia nello spazio

Un team di ricercatori della Purdue University ha compiuto un passo innovativo nella possibilità di estrarre energia dallo spazio “vuoto” e di teleportarla utilizzando un computer quantistico. Questa scoperta, che trasforma una teoria in una realtà simulata, potrebbe segnare l’inizio di nuove forme di produzione e trasmissione di energia. 

 

Lo spazio “vuoto” e la sua energia

L’esperimento si basa su un concetto formulato nel 2008 da Masahiro Hotta dell’Università di Tohoku, che ipotizzava come le fluttuazioni dei campi quantistici, anche in assenza di materia, potessero essere sfruttate per teletrasportare energia. Sebbene l’idea fosse rimasta un esperimento mentale per oltre un decennio, i recenti progressi nella computazione quantistica hanno reso possibile la sua verifica.

Guidato dal professor Sabre Kais, esperto di chimica e ingegneria elettrica e informatica, il team ha utilizzato i qubit—unità fondamentali dell’informazione quantistica—per affrontare il problema dello stoccaggio dell’energia teleportata. Nella loro simulazione, i ricercatori hanno sfruttato i qubit nel loro stato energetico più basso, avvalendosi del fenomeno dell’entanglement quantistico. Quest’ultimo descrive come particelle correlate possano influenzarsi reciprocamente, anche a grandi distanze. Kais e il suo team hanno dimostrato che misurare lo stato energetico di un qubit può incrementare leggermente la sua energia, un cambiamento che si manifesta anche nel qubit entangled.

Le implicazioni di questa scoperta sono molteplici. In ambito energetico, potrebbe condurre a metodi innovativi per generare e trasmettere energia a distanza, superando le attuali limitazioni tecnologiche. Inoltre, nel campo dell’informatica quantistica, potrebbe promuovere nuove applicazioni e migliorare l’efficienza energetica dei computer quantistici.

Questa ricerca, inoltre, offre una nuova prospettiva sulla natura dello spazio e dell’energia a livello quantistico. L’idea che lo spazio “vuoto” contenga energia estraibile potrebbe rivoluzionare la nostra comprensione delle risorse energetiche nell’universo. Il prossimo obiettivo del team sarà utilizzare questa energia per realizzare reazioni chimiche, avvicinando la ricerca alle applicazioni pratiche in settori come la chimica verde e la produzione di energia pulita. Nonostante i promettenti risultati, è fondamentale ricordare che siamo ancora nelle fasi iniziali di questa tecnologia e che ci sono molte sfide da affrontare prima della sua realizzazione pratica.

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