La Cina continua ad essere osteggiata, oltre che in Europa, anche negli Stati Uniti, dove si sta preparando un'offensiva contro le loro auto.

Gli Stati Uniti si preparano a introdurre un divieto che potrebbe segnare un punto di svolta per il futuro dei veicoli autonomi e connessi nel Paese. Il Dipartimento del Commercio sta per proporre una misura volta a vietare l’uso di software e hardware di produzione cinese nei veicoli a guida autonoma. Questa iniziativa, che dovrebbe essere ufficializzata a breve, è vista come una mossa necessaria per proteggere la sicurezza nazionale, poiché si teme che le aziende cinesi possano raccogliere dati sensibili sui conducenti americani attraverso le tecnologie installate nei veicoli.

 

I problemi della Cina negli Stati Uniti

Se approvato, il divieto non entrerà in vigore immediatamente. Per quanto riguarda il software, la scadenza è prevista per i modelli prodotti nel 2027, mentre per l’hardware il termine potrebbe essere fissato per gennaio 2029 o per i veicoli commercializzati nel 2030. Questi tempi, relativamente lunghi, riflettono la complessità dei cambiamenti richiesti alle case automobilistiche e la gravità delle preoccupazioni dell’amministrazione Biden. Il presidente, già a febbraio, aveva ordinato un’indagine approfondita sul ruolo della tecnologia cinese nel settore automobilistico, dichiarando che la sicurezza degli Stati Uniti non sarebbe stata messa a rischio.

Il divieto non si limita alla Cina. Anche altri Paesi considerati avversari dagli USA, come la Russia, potrebbero essere inclusi nelle nuove regole. La segretaria al Commercio, Gina Raimondo, ha sottolineato che milioni di veicoli negli Stati Uniti potrebbero essere vulnerabili se equipaggiati con tecnologia cinese. Qualora il software venisse disabilitato in modo intenzionale o accidentale, il risultato potrebbe essere disastroso.

Le principali case automobilistiche non sono rimaste indifferenti. Un gruppo che rappresenta aziende come GM, Toyota, Volkswagen e Hyundai ha dichiarato che saranno necessari anni per adattarsi alle nuove normative. Inoltre, le aziende avranno 30 giorni per esprimere il loro parere sulla proposta del governo prima che le regole diventino definitive.

Questa misura rientra in una strategia più ampia degli Stati Uniti per limitare l’influenza cinese nel settore automobilistico. Le tensioni commerciali tra le due potenze, dunque, continuano a crescere, con il futuro della tecnologia automobilistica in bilico.

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