X, la piattaforma social precedentemente conosciuta come Twitter, ha annunciato un cambiamento rilevante nella sua funzione di blocco. Stando a quanto dichiarato dal proprietario Elon Musk, presto gli utenti bloccati potranno visualizzare i post degli account che li hanno bloccati, anche se non potranno interagire con essi. La mossa segna una significativa revisione di una delle funzioni di protezione più usate dagli utenti, sollevando numerosi dubbi sulla sua efficacia.
Secondo una fonte interna citata da The Verge, la motivazione ufficiale dietro questo cambiamento è che gli utenti, in realtà, possono già aggirare il blocco utilizzando altri account non bloccati. Elon Musk, noto per le sue opinioni forti e spesso controverse, aveva già espresso la sua avversione nei confronti della funzione di blocco, dichiarando più di un anno fa che sarebbe stata “eliminata come funzione”, poiché, secondo lui, “non ha senso”.
Questa decisione, però, ha suscitato dibattito, poiché molti utenti considerano la funzione di blocco un importante strumento di tutela contro molestie, spam e interazioni indesiderate. Eliminare o modificare il blocco potrebbe esporre nuovamente gli utenti a contenuti che avevano scelto di evitare, potenzialmente peggiorando l’esperienza sulla piattaforma e compromettendo il benessere digitale di molti.
Il team Engineering di X aveva già anticipato questa modifica lo scorso maggio, affermando che avrebbe permesso agli utenti bloccati di “identificare e segnalare contenuti potenzialmente dannosi”. Tuttavia, rimane incerto se questa motivazione risponda effettivamente ai bisogni degli utenti, che potrebbero non vedere l’utilità di visualizzare contenuti da cui, in precedenza, avevano preferito proteggersi.
Le reazioni alla novità sono state contrastanti. Da una parte, alcuni vedono in questo cambiamento un passo verso una maggiore trasparenza e responsabilità. Dall’altra, molti sono preoccupati per le conseguenze sulla sicurezza online. La comunità digitale si interroga sul reale impatto di questa decisione, mentre il dibattito sulla protezione degli utenti online continua.