Alcune dichiarazioni recente hanno evidenziato come la Regione Toscana abbia deciso di stanziare oltre 220.000 euro per uno studio biennale. Lo scopo di questo è quello di scovare i possibili effetti dannosi del 5G. L’inchiesta è stata commissionata ad Arpat e Ars. L’aria di interesse riguarderà sei grandi centri urbani in Toscana. Lo scopo della ricerca è di valutare l’implicazione dell’inquinamento elettromagnetico della rete 5G nel presentarsi di malattie gravi come tumori e leucemie.
In realtà sono già presenti degli studi a riguardo ed è stato più volte accertato che non sono presenti gravi rischi per la salute. Dettaglio che ha suscitato alcune critiche. Quest’ultime si basano sui risultati ottenuti dallo studio dell’Oms che ha escluso legami tra l’insorgere di malattie e l’uso della rete 5G.
Uno studio analizza i rischi del 5G
Oltre le critiche, Fabio Voller, coordinatore dell’Osservatorio di Epidemiologia dell’Agenzia regionale di Sanità, ha cercato di far valere le motivazioni dietro l’analisi richiesta in Toscana. Quest’ultimo, infatti, fa riferimento ad alcune ricerche che sembrano aver provato il contrario riguardo le conseguenze del 5G sulla salute. Dunque, secondo Voller è importante indagare in modo approfondito sulla questione.
Questo è il punto di partenza da cui è partita la Regione Toscana per dare inizio al nuovo progetto relativo all’influenza sulla salute della rete 5G. Come anticipato, sono stati stanziati fondi importanti per portare avanti questo studio. Si tratta di oltre 220.000 euro, una cifra che in molti hanno definito uno “spreco” considerando le ricerche già condotte.
A tal proposito, la decisione della Regione Toscana di investire dei fondi pubblici per suddetto studio ha fatto storcere il naso a molti. Sono state sollevate svariate domande riguardo la politica di allocazione delle risorse. Considerando quanto detto, è necessario attendere e scoprire se i risultati ottenuti dallo studio apporteranno nuove informazioni riguardo l’influenza del 5G sulla salute.