L’Autorità Garante per le Comunicazioni (Agcom), in collaborazione con la Guardia di Finanza, ha avviato un nuovo sistema per contrastare la fruizione illegale di contenuti sportivi, in particolare eventi calcistici trasmessi su piattaforme pirata. Il progetto, denominato Piracy Shield, punta a identificare e punire chi utilizza metodi illeciti, come app pirata o link condivisi su Telegram, per accedere a contenuti audiovisivi protetti da copyright.
Il nuovo Piracy Shield dell’Agcom
Di recente, è stato firmato un protocollo tra Agcom, la Guardia di Finanza e la Procura della Repubblica di Roma, finalizzato a reprimere l’uso del cosiddetto “pezzotto“, un sistema illegale che permette l’accesso a contenuti protetti. L’accordo prevede la condivisione dei dati degli utenti con l’autorità giudiziaria, consentendo alle forze dell’ordine di rintracciare i responsabili. Le sanzioni, stabilite dalla legge del luglio 2023, variano in base alla gravità dell’infrazione e possono raggiungere cifre considerevoli.
Massimiliano Capitanio, commissario Agcom, in un’intervista a Fanpage.it, ha spiegato il funzionamento delle sanzioni, affrontando le preoccupazioni circa le cosiddette multe automatiche. Ha paragonato il sistema a quello degli autovelox, precisando che la rilevazione avviene in modo automatico, ma la decisione finale spetta alla Guardia di Finanza, che valuta come agire dopo aver raccolto i dati. Anche chi guarda inconsapevolmente una partita trasmessa illegalmente rischia una multa, che può partire da 150 euro per singola violazione, mentre per chi sottoscrive abbonamenti pirata la sanzione può arrivare fino a 5.000 euro.
L’obiettivo di Agcom e Guardia di Finanza è non solo sanzionare gli utenti, ma anche disabilitare le piattaforme illegali. Entro 30 minuti dalla segnalazione da parte dei titolari dei diritti, Agcom è in grado di emettere un ordine per bloccare il sito o il servizio pirata. Capitanio ha inoltre sottolineato come la protezione degli utenti sia una priorità, avvertendo che i dati personali e finanziari di chi accede a questi contenuti potrebbero finire in mano a organizzazioni criminali, con gravi conseguenze per la sicurezza. Le prime sanzioni non sono ancora state emesse, ma il sistema è ormai quasi pronto.