Bosch, da sempre attenta alla sicurezza stradale, presenta un pacchetto di sei nuove funzionalità dedicate ai motociclisti. Queste tecnologie, di cui cinque prime mondiali, promettono di diminuire notevolmente il rischio di incidenti. Bosch afferma che una riduzione di circa un incidente su sei potrebbe essere possibile, almeno in Germania. Quante vite potrebbero essere salvate grazie a questi progressi? La collaborazione con KTM, già avviata con il lancio del sistema MSC nel 2013, si rafforza ulteriormente. Il costruttore europeo di motociclette sarà il primo a beneficiare di queste innovazioni. Ora ci si chiede come e quanto tali migliorie possano effettivamente implementare la sicurezza dei guidatori.
L’impegno di Bosch verso la sicurezza dei motociclisti non è nuovo. L’introduzione del nuovo sistema di Adaptive Cruise Control – Stop and Go (ACC S&G) è la naturale evoluzione dell’ACC lanciato 4 anni fa. Ora, il motociclista potrà fermarsi e ripartire automaticamente nel traffico senza problemi. Una delle tecnologie che più incuriosisce è il Group Ride Assist
. Un sistema pensato per i viaggi di gruppo che mantiene la distanza tra i veicoli, adattandosi alla formazione dei motociclisti. Ma non è tutto: Bosch ha sviluppato il Riding Distance Assist che aiuta a mantenere una distanza di sicurezza dai veicoli precedenti, un modo per dare tranquillità anche nelle situazioni più affollate.KTM, attraverso le parole di Stefan Haist, esprime soddisfazione per essere il primo costruttore a integrare queste tecnologie all’avanguardia. Quattro delle sei nuove funzionalità saranno presenti sui loro modelli dal 2025. Le novità di Bosch però vanno oltre. Sistemi come l’Emergency Brake Assist e il Rear Collision Warning garantiscono maggiore protezione in caso di emergenze improvvise. Il primo aumenta la pressione frenante in situazioni critiche, il secondo avverte i veicoli in avvicinamento, riducendo il rischio di tamponamenti. Grazie a queste tecnologie, Bosch sembra voler rispondere a una domanda cruciale: quanto possiamo davvero rendere le strade più sicure per i motociclisti? La risposta potrebbe essere più vicina di quanto immaginiamo.