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Crepe sulla ISS: massimo rischio secondo la NASA

L’agenzia spaziale americana NASA ha recentemente confermato che le crepe rilevate sulla Stazione Spaziale Internazionale (ISS) costituiscono un problema di “massimo rischio e massima conseguenza”. Un rapporto dell’ispettore generale della NASA, pubblicato giovedì, evidenzia che la gravità della situazione è superiore a quanto precedentemente comunicato al pubblico. 

 

Il problema del modulo russo sulla ISS

Il problema si concentra su un piccolo modulo russo, descritto come un tunnel che collega un modulo più grande a un porto di attracco, che ha iniziato a perdere atmosfera nel settembre 2019. Negli ultimi mesi, la situazione ha mostrato un ulteriore deterioramento. Nonostante anni di indagini approfondite, né i funzionari russi né quelli americani sono riusciti a identificare la causa principale di questa perdita. Secondo il rapporto, entrambe le agenzie stanno ora concentrando la loro attenzione sulle saldature interne ed esterne, pur non essendo in grado di determinare l’origine precisa del problema.

La NASA ha classificato questo rischio al livello più alto della sua “matrice di rischio” 5×5, che valuta la probabilità e le conseguenze associate ai rischi nelle operazioni spaziali. Le perdite del modulo russo sono ora classificate

come “5” in termini sia di alta probabilità che di alta conseguenza. Per gestire questa situazione, l’attuale strategia prevede di tenere chiuso il portello del modulo Zvezda che porta al tunnel in questione. Qualora la perdita dovesse intensificarsi ulteriormente, potrebbe rendersi necessario chiudere definitivamente questo portello, riducendo così il numero di porte di attracco russe sulla stazione spaziale da quattro a tre.

Questa problematica si colloca in un momento cruciale per il futuro della ISS. La NASA sta valutando l’opportunità di estendere le operazioni della stazione fino al 2030, ma non è stato ancora raggiunto un accordo definitivo con la Russia. Allo stesso tempo, l’agenzia sta cercando di trasferire le sue attività in orbita terrestre bassa verso stazioni spaziali private, sebbene vi siano incertezze riguardo alla prontezza di tali progetti entro il 2030. Il rapporto dell’ispettore generale mette in evidenza che l’estensione della ISS oltre il 2030 richiederà finanziamenti significativi e un continuo supporto dai partner internazionali.

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Pubblicato da
Margherita Zichella
Tags: issnasa