Le auto connesse cinesi e russe potrebbero portare con sé parecchi problemi di sicurezza dei dati degli utenti di cui va tenuto conto.

Mentre la Cina sollecita l’Italia ad adottare Huawei come fornitore di servizi di telecomunicazioni, in cambio di un investimento nella fabbrica della Dongfeng, l’Europa potrebbe avviarsi a seguire l’esempio degli Stati Uniti. Recentemente, gli Stati Uniti hanno annunciato l’intenzione di bandire software cinesi e russi dalle auto destinate al loro mercato. Bruxelles sta considerando misure simili, introducendo blocchi verso tecnologie provenienti da paesi ritenuti “nemici“.

 

I problemi delle vetture cinesi e russe e le soluzioni europee

Margrethe Vestager, commissaria europea danese e responsabile per la digitalizzazione, ha condiviso le preoccupazioni di Washington, affermando che è legittimo esaminare l’uso improprio delle tecnologie in relazione alla sicurezza. Vestager ha sottolineato che le auto connesse possono raccogliere e comunicare dati sensibili, motivo per cui l’Unione Europea sta analizzando la questione con esperti di sicurezza economica.

Nei prossimi giorni, i funzionari europei per la sicurezza informatica presenteranno una bozza con proposte riguardanti la connettività dei veicoli. Tuttavia, tale documento potrebbe rimanere non vincolante, lasciando ai singoli governi la facoltà di implementare restrizioni effettive. Questa situazione ha generato dibattiti accesi, poiché le aziende europee avvertono che le misure statunitensi potrebbero avere ripercussioni negative sul settore automobilistico europeo, costringendo i costruttori a cercare nuovi fornitori. In particolare, i marchi tedeschi temono di irritare Pechino, dato che una parte consistente dei loro ricavi proviene dal mercato cinese.

Nel frattempo, una nuova normativa europea sulla sicurezza informatica ha già avuto effetti tangibili. A luglio è entrata in vigore una legge che obbliga i produttori europei a implementare sistemi di gestione della sicurezza per proteggere i dati degli utenti. Secondo l’analista automobilistico Matthias Schmidt, le vendite di auto cinesi hanno subito un forte calo in seguito a questa normativa. Ad esempio, la MG, di proprietà della cinese SAIC, non ha immatricolato alcun veicolo a luglio. La stessa norma ha avuto ripercussioni sui costruttori europei, costringendo Porsche a ritirare dal mercato la Macan con motore a combustione, incapace di soddisfare i nuovi requisiti.

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