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Dongfeng: nuove condizioni per costruire auto cinesi in Italia

Quando si parla di impianti produttivi si fa sempre riferimento a investimenti che puntano a migliorare l’economia del Paese. Non a caso, la presenza di uno stabilimento destinato alla creazione di auto non può che influire positivamente sull’economia grazie alla creazione di nuovi posti di lavoro. A tal proposito, il governo italiano punta all’azienda cinese Dongfeng per realizzare un impianto produttivo in Italia.

Chiaramente, portare un’azienda cosi importante nel nostro Paese significherebbe dare il via ad un’importante produzione di auto. Ma la strada verso l’apertura di uno stabilimento in Italia sarà davvero cosi semplice? Scopriamo insieme maggiori dettagli relativi alla intenzioni del Governo italiano e della casa automobilistica cinese Dongfeng nel corso di questo articolo.

Dongfeng: nuovo stabilimento produttivo in Italia?

Nonostante le intenzioni del Governo italiano di scegliere la cinese Dongfeng per l’apertura di un impianto produttivo in Italia, sembrerebbe che l’accordo si sia fermato e la strada da percorrere piuttosto complicata.

Nei mesi scorsi si parlava di alcune trattative tra l’Italia e la casa automobilistica cinese Dongfeng ma sembrerebbe che non si sia raggiunto nessun accordo. Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, le preoccupazioni sembrerebbero derivare da alcune condizioni imposte dalla Cina

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Facendo riferimento a quanto riportato si evince che alcune richieste effettuate superano quelli che sono gli aspetti industriali e finanziari. A destare particolare preoccupazione sarebbe un ruolo di Huawei nelle infrastrutture di telecomunicazioni italiane. Inoltre, si parlerebbe anche di intelligenza artificiale da utilizzare per la mappatura della tecnologia sul territorio italiano.

Come sottolineato dallo stesso Corriere della Sera, non mancano dubbi sulla possibile apertura di uno stabilimento da parte dell’azienda automobilistica Dongfeng. Non dimentichiamo che ciò significherebbe avviare soprattutto l’assemblaggio di componenti cinesi ma la partecipazione italiana sarebbe davvero limitata. La questione è una sola e ci si domanda quando realmente tale decisione potrebbe portare beneficio all’economia italiana.  Non ci resta che attendere ulteriori novità al proposito.

 

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Pubblicato da
Valentina Acri