Batteria 6C di CATL e SAIC-GM promette ricariche ultra veloci

L’annuncio di SAIC-GM e CATL segna una svolta nel settore delle auto elettriche. Dal 2025, la piattaforma Ultium di General Motors ospiterà la prima batteria 6C. Ma cosa significa realmente 6C? Si tratta di una batteria capace di ricaricarsi a una potenza pari a sei volte la sua capacità nominale. Per comprendere meglio la sua particolarità, un veicolo con batteria da 80 kWh potrebbe teoricamente avere fino a ben 480 kW di potenza. La riduzione dei tempi di ricarica è sempre stata una delle sfide più grandi per l’adozione di massa dei veicoli elettrici. Ora, grazie a questa innovazione, le auto elettriche potranno percorrere 200 km dopo soli 5 minuti di ricarica. Grandioso vero? Non sorprende che in molti abbiano visto in tale invenzione un possibile cambiamento radicale dell’intero settore.

Una batteria nuova per il futuro elettrico

Come è stato possibile raggiungere questi livelli? Secondo SAIC-GM e CATL, tutto dipende da miglioramenti elettrochimici e dall’introduzione di un nuovo elettrolita. Questi elementi, insieme a un’aumentata efficienza di carica, garantiscono che la batteria mantenga prestazioni stabili anche a potenze di ricarica elevate. Altri produttori, come BYD, stanno lavorando su tecnologie simili, ma le tempistiche sono ancora incerte. Questa competizione accesa dimostra quanto la ricarica rapida sia diventata un punto focale per l’industria. Si tratta, forse, dell’ultima barriera all’adozione su larga scala dei veicoli elettrici? Lo si spera.

Nonostante le attuali batterie sul mercato offrano già prestazioni eccellenti, la batteria 6C promette di andare oltre. Con ricariche complete in meno di 10 minuti, si avvicina l’esperienza tradizionale di “rifornimento”. Questo potrebbe convincere anche i più scettici a considerare l’acquisto di un’auto elettrica. In molti sono ancora poco convinti del potenziale di queste vetture anche a accusa dei lunghissimi tempi di ricarica. Chi vuole attendere ore per effettuare una manciata di chilometri? Ora La domanda rimane: questo progresso sarà sufficiente per accelerare davvero la transizione verso una mobilità completamente elettrica?

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