Lo sviluppo delle reti 5G standalone in Italia e nel resto d’Europa sta procedendo a una velocità decisamente lenta, e questa situazione non passa inosservata. Infatti, l’Unione Europea ha messo nel mirino questo tema, e il Governo italiano ha deciso di agire, chiedendo un finanziamento direttamente a Bruxelles.
Stare al passo coi tempi grazie al 5G
Recentemente, il governo ha presentato il Piano strutturale di bilancio di medio termine per il periodo 2025-2029 alle Camere, dove si sottolinea l’intenzione di incentivare e sostenere la creazione di reti per telecomunicazioni che siano sicure e resilienti. Per farlo, si vuole costituire un Importante Progetto di Comune Interesse Europeo, conosciuto con l’acronimo IPCEI. Questo progetto ha come obiettivo l’integrazione tra reti terrestri e satellitari e lo sviluppo di reti innovative 5G standalone. Insomma, si punta a supportare le aziende del settore delle telecomunicazioni nel dotarsi di tecnologie moderne e all’avanguardia.
Tuttavia, non basta avere un bel progetto sulla carta; per passare dalle parole ai fatti, è necessario che questi IPCEI vengano approvati dalla Commissione Europea. Ad oggi, la diffusione del 5G standalone è preoccupante: meno del 20% delle aree popolate dell’Unione Europea ne beneficiano. Questo dato è emerso da un report del CNIT, il Consorzio Nazionale Interuniversitario per le Telecomunicazioni. In aggiunta, uno studio della Commissione Europea del 2023 evidenzia come siano necessari ingenti investimenti, stimati attorno ai 200 miliardi di euro, per sviluppare una rete 5G fissa e mobile e coprire completamente i corridoi di trasporto, comprese strade e ferrovie.
In Italia, la situazione presenta luci e ombre. Da un lato, il 5G è accessibile nel 99,5% delle zone popolate, un dato molto positivo. Dall’altro, la copertura standalone è ancora insufficiente, non superando il 50%. Questo limita notevolmente il potenziale delle nuove tecnologie. Le speranze sono riposte nell’approvazione dell’IPCEI, con la convinzione che le cose possano cambiare radicalmente entro il 2029. Insomma, una vera e propria rivoluzione nel campo delle telecomunicazioni è possibile, ma c’è ancora molta strada da fare. Un adeguato investimento potrebbe davvero consentire all’Italia di allinearsi ai paesi più avanzati nella tecnologia 5G e nella connettività.