La Commissione Europea ha intensificato la pressione sulle principali piattaforme tecnologiche, chiedendo maggiore trasparenza sul funzionamento dei loro algoritmi di raccomandazione dei contenuti. Questa iniziativa rientra nell’ambito della legge sui servizi digitali (DSA), che mira a regolamentare le attività delle piattaforme digitali con oltre 45 milioni di utenti attivi al mese. Recentemente, la Commissione ha inviato richieste formali di informazioni a YouTube, Snapchat e TikTok per ottenere dettagli sul funzionamento interno dei loro sistemi e sui rischi connessi, come la diffusione di contenuti illegali e il potenziale impatto sulle elezioni.
La Commissione vuole capire come queste piattaforme valutino i rischi associati ai loro algoritmi e quali misure abbiano adottato per mitigarli. Tra le preoccupazioni principali vi è la diffusione di contenuti pericolosi, come l’incitamento all’odio e la promozione di droghe. In particolare, a YouTube e Snapchat è stato chiesto di fornire informazioni sui meccanismi dei loro algoritmi, con un’attenzione specifica agli effetti negativi che possono portare gli utenti a comportamenti compulsivi o esporli a contenuti nocivi. Il fenomeno, comunemente noto come “rabbit holesoprattutto per i minori. ”, rappresenta una preoccupazione crescente,
TikTok, invece, è stata invitata a chiarire le politiche adottate per prevenire manipolazioni elettorali da parte di attori malintenzionati. La piattaforma dovrà spiegare come intende tutelare il pluralismo dei media e garantire un discorso civico sano, senza amplificare contenuti faziosi o manipolatori tramite i suoi algoritmi.
Le piattaforme hanno tempo fino al 15 novembre per rispondere. Le informazioni fornite saranno cruciali per verificare la conformità con gli standard della DSA. In caso di risposte incomplete o mancata collaborazione, YouTube, Snapchat e TikTok rischiano sanzioni pesanti. Secondo la legge, la Commissione può infliggere multe per informazioni inesatte o ingannevoli e adottare misure punitive per reiterata inadempienza.
Queste richieste fanno parte di un’indagine più ampia volta a garantire che le piattaforme digitali rispettino i requisiti di trasparenza e operino in modo responsabile. La Commissione ha già avviato procedimenti formali contro altre piattaforme come Facebook, Instagram e AliExpress, a dimostrazione della sua determinazione nel proteggere gli utenti e il funzionamento delle democrazie europee.