Il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, è tornato a parlare dell’addio alle auto endotermiche entro il 2035. Durante una conferenza stampa a Bruxelles, Orsini ha sottolineato l’urgenza di riaprire la tempistica fissata dall’Unione Europea. Il presidente, già in occasione dell’Assemblea annuale di Confindustria, aveva espresso forti dubbi sui termini del 2035. Orsini sostiene infatti che le imprese non possono investire, al momento, con serenità senza una maggiore flessibilità sul futuro. A suo avviso, per ottenere un ritorno economico, servono almeno 7-10 anni. Parliamo dunque di tempi incompatibili con le scadenze attuali.
Si potrebbe invece rispettare l’obiettivo del 2035 senza mettere a rischio tutto il settore auto? Orsini crede di no, che la transizione elettrica richieda più tempo e un approccio meno rigido. Per questo ha chiesto, insieme al Governo Italiano, di anticipare al 2025 il riesame delle regole del Green Deal. Se c’è la possibilità di correggere il percorso, perché non farlo prima?
Orsini ha anche difeso con forza la neutralità tecnologica
come principio fondamentale per la decarbonizzazione del settore dei trasporti. Se l’obiettivo è abbattere le emissioni, non dovremmo forse considerare tutte le tecnologie disponibili? Il numero uno di Confindustria ha ribadito che oltre agli elettrocarburanti, anche i biocarburanti dovrebbero essere presi in seria considerazione. Perché puntare solo su una tecnologia se ci sono altre soluzioni che potrebbero offrire gli stessi risultati? Questi interrogativi restano al centro del dibattito sui carburanti auto.Sul fronte dei dazi sulle auto elettriche cinesi, Orsini ha espresso una posizione favorevole, seppur con qualche cautela. Anche se la guerra commerciale non entusiasma l’Italia, è inevitabile difendere le filiere nazionali. Secondo Orsini, i dazi sulle elettriche devono essere incrementati per tutelare l’industria europea, ma sempre tenendo aperto un canale di dialogo a lungo termine. Non sarebbe forse più saggio invece trovare un compromesso piuttosto che rischiare uno scontro commerciale? Le questioni legate all’addio alle endotermiche e alla protezione del mercato interno pongono sfide complesse, che richiedono soluzioni bilanciate e scelte strategiche condivise.