L’idrogeno è considerato il vettore energetico del futuro, in grado di accelerare la transizione verso un mondo a emissioni zero entro il 2050. Esistono però sfide significative, la più importante delle quali riguarda il metodo di produzione. Attualmente, la maggior parte dell’idrogeno è prodotta attraverso lo steam reforming, un processo fortemente dipendente dai combustibili fossili e incapace di generare idrogeno verde. Questo tipo di idrogeno si ottiene mediante l’elettrolisi dell’acqua, utilizzando energia proveniente da fonti rinnovabili. Sebbene l’idrogeno verde sia sostenibile, i costi di produzione rimangono elevati.
L’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA) ha pubblicato il Global Hydrogen Review 2024, un rapporto che analizza la domanda globale di idrogeno, le innovazioni tecnologiche e gli investimenti. Nel 2023, la domanda globale ha raggiunto 97 milioni di tonnellate, con un incremento del 2,7% rispetto all’anno precedente. Purtroppo, la produzione è ancora principalmente basata su combustibili fossili, e quella di idrogeno verde ha rappresentato una frazione minima, inferiore a 1 milione di tonnellate.
Tuttavia, la produzione di idrogeno verdea impianti di cattura, stoccaggio e utilizzo della CO2. potrebbe aumentare significativamente, arrivando a 49 milioni di tonnellate all’anno entro il 2030, grazie all’espansione di progetti che hanno ricevuto decisioni finali di investimento. Il rapporto evidenzia un raddoppio dei progetti a basse emissioni, con un incremento notevole rispetto alla produzione attuale. La produzione è attualmente divisa tra elettrolisi e idrogeno blu, quest’ultimo derivato da combustibili fossili ma associato
Ma la pipeline di progetti è minacciata da ritardi e cancellazioni dovuti a incertezze nella domanda e ostacoli finanziari. Nonostante queste difficoltà, gli investimenti governativi nella tecnologia dell’idrogeno sono in crescita dal 2016, mostrando risultati promettenti in diverse applicazioni industriali.
L’evoluzione dei costi di produzione dipenderà da fattori quali lo sviluppo tecnologico e il ritmo di distribuzione. Secondo lo scenario Net Zero Emissions by 2050 dell’IEA, i costi potrebbero scendere a 2-9 dollari per chilogrammo entro il 2030, rendendo l’idrogeno verde competitivo. Tuttavia, in uno scenario con politiche esistenti, la diminuzione sarebbe limitata al 30%, insufficiente per raggiungere gli obiettivi climatici.