L’Alta Corte dell’Unione Europea ha emesso una sentenza significativa che limita l’uso dei dati personali da parte di Meta e altre piattaforme social a scopi pubblicitari. Questa decisione si basa su un parere di un consulente della corte e stabilisce restrizioni sulla durata della conservazione delle informazioni, un aspetto fondamentale per le pratiche di targeting degli annunci.
Tale sentenza è ancorata al Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR), in vigore dal 2018, il quale mira a proteggere i diritti dei cittadini europei in merito alla gestione dei propri dati. In particolare, il provvedimento si rifà al Recital 65 del GDPR, che tutela il “diritto all’oblio” e conferisce agli utenti il potere di rettificare e cancellare i dati che li riguardano. Qualora le aziende non rispettino queste norme, possono affrontare sanzioni considerevoli, fino al 4% del fatturato globale annuo. Per una realtà come Meta, questo potrebbe tradursi in miliardi di euro.
Questa sentenza si colloca in un contesto di crescente tensione tra l’Unione Europea e i grandi nomi della tecnologia riguardo all’uso dei dati personali. Solo l’anno scorso, Meta ha subito una multa di 414 milioni di dollari (circa 390 milioni di euro) per aver imposto agli utenti di accettare pubblicità personalizzate sulle sue piattaforme. Inoltre, una recente decisione di una corte irlandese ha inflitto a Meta una sanzione di 91 milioni di euro a causa di una grave violazione: nel 2019, l’azienda ha memorizzato 600 milioni di password di Facebook e Instagram in formato testo semplice, esponendo a rischi la sicurezza dei dati.
Attualmente, Meta è in attesa di una decisione riguardante una potenziale sanzione per violazione del Digital Markets Act dell’Unione Europea, dopo aver richiesto agli utenti di pagare per evitare la raccolta e la condivisione dei propri dati personali. Nel 2022, la Corte di Giustizia dell’UE aveva già stabilito che Meta doveva ottenere il consenso esplicito degli utenti prima di proporre loro annunci personalizzati.
Questa serie di interventi normativi sottolinea l’impegno dell’Unione Europea a proteggere la privacy dei cittadini e a regolamentare le pratiche delle grandi aziende tecnologiche nell’ambito della pubblicità digitale. Gli utenti si trovano ora in un momento cruciale, in cui la salvaguardia delle proprie informazioni personali sta finalmente ottenendo la giusta attenzione. L’Unione Europea sta cercando di costruire un futuro in cui la trasparenza e la responsabilità nella gestione dei dati diventino standard, creando un clima di fiducia tra le aziende e gli utenti. Questo scenario non solo rappresenta una sfida per i giganti della tecnologia, ma offre anche l’opportunità di ripensare le modalità di interazione nel mondo digitale.