Microsoft, di recente, ha avviato il rilascio dell’aggiornamento Windows 11 24H2, denominato anche “2024 Update.” Tra le innovazioni più rilevanti, anche se meno evidenti per il pubblico, emerge il supporto a ReFS (Resilient File System). Ovvero un sistema di archiviazione adottato da tempo nell’ambito server, ora disponibile anche per gli utenti di Windows11. ReFS si distingue per la velocità di trasferimento dati, in particolare nelle operazioni di copia. Ciò grazie alla tecnologia “Block Cloning” che migliora notevolmente le performance rispetto al tradizionale NTFS. A tal proposito test ufficiali dimostrano che esso risulta più rapido soprattutto con file di grandi dimensioni. Ad esempio, il trasferimento di un file da 1GB si completa in quasi la metà del tempo necessario su NTFS, con un aumento delle prestazioni fino al 94%. Anche la copia di cartelle molto pesanti migliora con questo sistema. Un volume di 18GB richiede appena sei secondi, mentre prima ne erano necessari almeno 30.
ReFS presenta però anche limitazioni per il normale utilizzo quotidiano su PC e laptop. Non supporta funzioni orientate al consumatore, come la cifratura dei dati e la compressione. In più non è compatibile per l’avvio del sistema operativo. Ancora, la conversione tra ReFS e NTFS
non può essere effettuata senza una formattazione completa, limitando la flessibilità d’uso per chi già utilizza NTFS. Windows ha perciò destinato ReFS principalmente a sviluppatori e professionisti tramite la funzionalità “Dev Drive.” anche se non è indispensabile essere sviluppatori, Microsoft suggerisce di utilizzarla per progetti attivi. Ovvero in cui la gestione dei file avviene con alta frequenza, mantenendo NTFS per la partizione di l’archiviazione.La creazione di una partizione dev drive con refs è simile a quella di altri file system. Basta infatti accedere a Impostazioni, poi Sistema, Archiviazione, Impostazioni di archiviazione avanzate ed infine Dischi & Volumi. Il DevDrive non è quindi pensato per tutti. L’approccio di Microsoft è volto a garantire che ReFS rimanga una tecnologia di nicchia, indicata per situazioni particolari e non come sostituto diretto di NTFS.
In più esso integra un sistema di controllo dell’integrità dei dati, capace di individuare eventuali settori corrotti senza compromettere l’intero drive. Tale meccanismo rappresenta un ulteriore vantaggio in ambiti professionali, dove il controllo dati è fondamentale. Per chi non necessita di questo livello di attività e gestione avanzata, NTFS rimane la scelta principale. Utile sia per la partizione di sistema che per i dati personali.