Dopo la terribile alluvione, l'Emilia Romagna si rialza e si propone come centro per lo sviluppo delle energie rinnovabili in Italia.

L’Assemblea annuale di Confindustria Romagna ha offerto una significativa opportunità per affrontare le conseguenze dell’ultima alluvione e per discutere la necessità di una seria politica di sviluppo basata sulla transizione energetica. Durante l’incontro, è emersa l’urgenza di una nuova filiera strategica che integri fonti rinnovabili, riduzione delle emissioni di CO2, trasporto pubblico elettrico e produzione di energia autonoma, insieme a un approccio sostenibile verso il nucleare di quarta generazione.

 

L’importanza di puntare all’energia rinnovabile

L’energia è stata il fulcro del dibattito, specialmente alla luce della recente catastrofe che ha colpito l’Emilia Romagna. La regione si è proposta come capofila della transizione energetica in Italia, grazie a un potenziale che la colloca tra le aree più avanzate a livello europeo. Le esperienze di potenziamento degli impianti di gas naturale, lo sviluppo della chimica da fonti rinnovabili e la generazione di energia elettrica ad alto rendimento sono solo alcune delle iniziative in atto. Innovazioni come la produzione di elettricità dal moto ondoso e i parchi eolici offshore a Ravenna e Rimini sono in fase di sviluppo, mentre le decisioni riguardanti il rigassificatore di Ravenna e l’estrazione di combustibili fossili sono in discussione.

Nel corso dell’assemblea, si è trattato anche il tema dell’energia nucleare, con un focus sul nucleare di quarta generazione. Alessandro Dodaro, direttore del dipartimento nucleare di ENEA, ha sottolineato come la transizione verso la neutralità climatica richieda una riduzione significativa delle fonti fossili per la produzione di energia. Ha affermato che è fondamentale considerare un mix energetico che non escluda alcuna tecnologia, puntando su rinnovabili e processi di efficientamento energetico.

Un’indagine condotta dal Centro Studi di Confindustria Romagna ha rivelato che l’82% delle aziende della regione ha migliorato la sostenibilità delle proprie attività. Il 63% ha implementato processi di riduzione e recupero degli scarti, mentre il 94% predilige fornitori locali per garantire supply chain resilienti. La piccola e media impresa ha espresso la necessità di un sostegno politico per facilitare questa transizione ecologica, sottolineando l’importanza di figure professionali specialistiche come gli energy manager e la creazione di filiere strategiche per le tecnologie green.

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