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Google rimuove le app Kaspersky: ecco perché

Nei giorni scorsi sono state eliminate tutte le app di Kaspersky dal Play Store di Google. Il provvedimento deriva dalla decisione del governo americano. Il Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti ha sanzionato il produttore di antivirus russo, vietato i suoi software per motivi legati alla sicurezza del Paese.

Inizialmente, la sparizione

delle app è stata notata dagli utenti in questione. Solo in un secondo momento Google è intervenuta fornendo delle spiegazioni riguardo alla decisione presa.

Google rimuove le app Kaspersky negli Stati Uniti

Il ban è partito lo scorso 29 settembre. E, come anticipato, riguarda i dispositivi statunitensi. Il provvedimento emanato non ha un valore legale nel resto del mondo.
Google ha confermato quanto accaduto e ha spiegato che le applicazioni sono state rimosse come suggerito dal Governo statunitense. Come anticipato, la rimozione è avvenuta senza un annuncio ufficiale. A tal proposito, anche Kaspersky ha saputo della decisione dopo che il ban era stato attuato.

Dopo un primo momento di incertezza, l’azienda russa ha annunciato che continuerà a supportare le sue app anche dove rimosse dal Google Play Store. Dunque, le applicazioni continueranno a funzionare e a ricevere aggiornamenti relativi alla sicurezza. C’è però un limite. Gli aggiornamenti, non arrivando dallo Store, potrebbero risultare difficili da reperire. Ciò potrebbe mettere gli utenti in pericolo per le continue minacce per la sicurezza dei loro dispositivi.

Anche se, come anticipato, la decisione di Google riguarda solo il mercato statunitense, finisce inevitabilmente per limitare gli utenti a livello internazionale. Nel dettaglio, viene limitato l’accesso alle applicazioni Kaspersky. Un dettaglio che ha allarmato la società russa. Quest’ultima, infatti, ha contestato la decisione di Google ritenendo il divieto eccessivo dato che supera i confini statunitensi e si riversa anche sui dispositivi attivi in altri mercati. Con il tempo sarà possibile assistere alle conseguenze effettive della decisione presa dal Dipartimento degli Stati Uniti.

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Pubblicato da
Margareth Galletta