google È ufficiale: Google ha presentato ricorso contro la sentenza del giudice James Donato. Quest’ultima deriva dal noto caso tra l’azienda di Mountain View ed Epic. Secondo quanto riportato dalla sentenza Google dovrebbe implementare cambiamenti importanti all’interno del suo Play Store per Android per distribuire al suo interno store di terze parti. In questo modo verrebbe eliminato l’obbligo per le app in questione di utilizzare il sistema di fatturazione imposto da Google. La sentenza dichiara che tali cambiamenti dovrebbero essere implementati a partire dal 1 novembre 2024.

Google presenta il suo ricordo

Epic, presentando la sua causa in tribunale aveva evidenziato che l’azienda di Mountain View utilizza pratiche che finiscono inevitabilmente per soffocare la concorrenza. Inoltre, sembra che le commissioni imposte vengano considerate troppo eccessive per gli sviluppatori. Dopo la sentenza, Epic ha già annunciato l’arrivo, nel 2025, del suo Epic Games Store su Google Play negli Stati Uniti.

Anche Microsoft si è espressa a riguardo affermando che dal prossimo mese verrà permesso agli utenti di acquistare app e giocare direttamente dalla app Xbox per Android. La sentenza sta dando il via ad una serie di importanti modifiche. Ma Google non sembra pronta ad accettare quanto sta accadendo.

Lee-Anne Mulholland, vicepresidente degli affari regolatori di Google, in un recente post sul blog aziendale ha presentato una serie di preoccupazioni riguardo i cambiamenti previsti. Secondo quanto riportato, infatti, le modifiche potrebbero compromettere la privacy e la sicurezza dei consumatori.

Il ricorso presentato da Google potrebbe dare inizio ad una nuova (e lunga) battaglia legale. Considerando come stanno già cambiando le cose al momento, la nuova disputa potrebbe condurre ad ulteriori ripercussioni per l’intero settore delle app mobili. Non resta che attendere i prossimi sviluppi per comprendere se Google riuscirà a contrastare la sentenza o sarà costretta, alla fine, ad accettarla. Si tratta di una situazione complessa che potrebbe cambiare l’approccio di milioni di utenti ai propri smartphone.

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