Il tema del nucleare sostenibile torna sotto i riflettori in Italia, con il governo pronto a delineare una nuova strategia. Il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, ha annunciato che entro la fine di ottobre saranno pubblicati i risultati della Piattaforma Nazionale per un nucleare sostenibile. Verranno condivisi i dati tecnici che dovrebbero mostrare quali saranno le opportunità reali di questa fonte energetica tanto discussa. Questo sarà il primo passo per elaborare un Programma Nazionale che permetta all’Italia di rientrare nel settore nucleare. Si potranno sfruttare così le nuove tecnologie in modo sicuro e si verrà a creare una maggiore competitività energetica.
Ma davvero l’Italia ha bisogno di tornare al nucleare? Il ministro sostiene che l’energia nucleare possa essere complementare alle rinnovabili. Potrebbe evitare la necessità di infrastrutture sovradimensionate e impianti di accumulo eccessivi. Entro la fine dell’anno, si prevede anche la bozza di una legge-delega che potrebbe abilitare la produzione di energia da fonti nucleari sostenibili. Ci si chiede però se una simile decisione non possa sollevare opposizioni, soprattutto considerando la lunga tradizione di scetticismo verso il nucleare.
Il nucleare andrà avanti nel Paese?
Il governo punta sui piccoli impianti modulari (SMR), considerati la vera innovazione per un nucleare sicuro e gestibile. Questi impianti promettono livelli di sicurezza superiori impianti nucleari tradizionali. Dovrebbero dunque ridurre il rischio di incidenti su larga scala, cosa che spesso è al centro delle discussioni. Non si tratta però solo di produzione di energia. In tutto questo c’è anche il tema delicato della gestione dei rifiuti radioattivi. Il governo, a tal proposito, prevede di completare il Deposito Nazionale per i rifiuti radioattivi entro il 2039. Ma le criticità non mancano. Al momento, le aree individuate per la costruzione del deposito sono 51, ma nessuna di queste è ancora definitiva. Solo dopo la procedura di Valutazione Ambientale Strategica (VAS) sarà possibile avviare il processo di localizzazione definitiva. Qui emerge un altro interrogativo importante: saranno pronte le istituzioni locali a sostenere questa scelta?
Le reazioni da parte delle opposizioni e delle associazioni ambientaliste, come Legambiente, sono state immediate e forti. Angelo Bonelli e Enrico Cappelletti, tra gli altri, hanno espresso preoccupazioni sul costo degli SMR, che al momento sono solo prototipi. I costi energetici potrebbero lievitare per famiglie e imprese, senza garanzie di sicurezza e gestione delle scorie. Secondo alcuni, il nucleare non è la risposta ai problemi energetici del Paese. Sarà davvero il nucleare la scelta giusta per garantire una transizione energetica sostenibile? Le prossime decisioni del governo e i risultati della Piattaforma Nazionale faranno chiarezza su questa domanda ancora aperta.