pirateria La pirateria digitale è un fenomeno che si sta diffondendo sempre di più. A tal proposito, l’uso del “pezzotto” ha attirato l’attenzione delle autorità. Il Decreto-legge Omnibus è nato appositamente con lo scopo di contrastare il fenomeno con misure più severe ed incisive. Eppure, il provvedimento ha dato origine ad una serie di critiche da parte degli operatori del settore telco. Qual è la causa?

Assodigitale, riguardo l’argomento, ha affermato che i CEO delle aziende di telefonia italiane hanno inviato una lettera a diverse autorità governative in cui esprimevano i propri dubbi riguardo le sanzioni. A firmare la comunicazione, tra gli altri, sono stati TIM, Vodafone, Iliad, Fastweb e WindTre. Le aziende ritengono che i provvedimenti contro la pirateria siano spropositati soprattutto quando si parla delle nuove responsabilità.

La lotta alla pirateria sta diventando “troppo” aspra?

In particolare, si fa riferimento all’articolo 6.0.36 del DL Omnibus. Quest’ultimo prevede che la responsabilità penale in caso di mancata segnalazioni per le attività illecite da parte degli utenti ricada sui rappresentanti legali delle compagnie. In questi casi sono previste sanzioni anche piuttosto pesanti che arrivano anche alla detenzione per un anno.

Secondo le aziende telco tali provvedimenti potrebbero essere eccessivi. Ciò soprattutto perché, secondo la loro testimonianza, il problema del pezzotto non riguarda solo la pirateria. Si tratta di un fenomeno molto più ampio che coinvolge abitudini d’uso molto più variegate.

Gli operatori hanno sottolineato il loro impegno per proporre sul mercato tecnologie per contrastare la pirateria. Inoltre, sono stati proposti importanti investimenti per campagne di sensibilizzazione. Con l’arrivo del nuovo Decreto però si teme che si arrivi ad ostacolare l’operatività dell’intero settore. Per questo motivo, nella lettera inviata al governo, all’attenzione del ministro della Giustizia, Carlo Nordio, del ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, del titolare del Mimit, Adolfo Urso e del ministro dello Sport, Andrea Abodi, viene chiesta una revisione.

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