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Casio in pericolo per un grave attacco hacker

Un attacco informatico di tipo ransomware ha coinvolto Casio ad inizio mese. A confermarlo è l’azienda stessa che ha rivelato che sono stati rubati i dati di dipendenti e di alcuni clienti. Nello specifico, l’attacco ha colpito i sistemi di Casio causando un’interruzione dei servizi.

A rivendicare l’attacco è stato un noto gruppo di cybercriminali. Si tratta di Underground che ha pubblicato online diversi documenti che sarebbero stati sottratti da Casio.

Casio sotto attacco: ecco cosa sappiamo

Al momento, sia le autorità giapponesi che la Commissione per la Protezione delle Informazioni Personali stanno collaborando con l’azienda sulla questione. A tal proposito, Casio ha pubblicato una recente dichiarazione con cui è stato confermato che sono state compromesse diverse informazioni sensibili. Tra i dati rubati ci sono informazioni relative ai dipendenti, ai clienti ed anche ad alcuni affiliate dell’azienda.

C’è però una buona notizia per gli utenti. Secondo quanto dichiarato dall’azienda non sono stati compromesse le informazioni relative alle carte di credito

dei clienti. A tal proposito, è stato dichiarato che dati di questo tipo non vengono salvati nei sistemi. Inoltre, Casio ha rassicurato gli utenti riguardo il fatto che CASIOID e ClassPad.net non sono stati compromessi dall’attacco informatico di Underground. Ciò è stato possibile perché tali sistemi non sono ospitati i suoi server che sono stati colpiti dagli hacker.

Riguardo a quanto accaduto, Casio invita i suoi utenti a non diffondere quali informazioni sono state trapelate. Ciò, infatti, potrebbe ulteriormente compromettere la situazione degli utenti colpiti e la loro privacy. A tal proposito, i dati delle vittime potrebbero essere utilizzati per possibili tentativi di phishing e truffe. Per questo, Casio invita tutti gli utenti che pensano di essere stati coinvolti dall’attacco informatico di prestare attenzione. Potrebbero ricevere e-mail che risultano essere sospette. In questo modo sarà possibile impedire che l’attacco possa causare ulteriori danni collaterali.

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Pubblicato da
Margareth Galletta