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L’IA e la prospettiva di superare l’intelligenza umana

La possibilità che l’IA superi l’intelligenza umana sta diventando un argomento sempre più dibattuto. A tal proposito vi sono infatti visioni contrastanti e una notevole varietà di opinioni. Elon Musk, durante una recente sessione su X, ha dichiarato che in futuro ci saranno dieci robot umanoidi per ogni persona. Prospettiva che, secondo lui e altri pionieri tecnologici, avrà effetti profondi sul sistema economico globale. Ad ogni modo, il concetto di “intelligenza” resta ancora ambiguo. Poiché può essere interpretato in diversi modi. In particolare a seconda del contesto. Dalla pura potenza di calcolo all’emulazione delle capacità umane.

La complessità dell’IA e la natura della coscienza artificiale

Aziende come DeepMind, co-fondata da Shane Legg e acquisita da Google, stanno investendo enormemente per sviluppare l’IA generale (AGI). Tale obiettivo, ambizioso, è teoricamente in grado di replicare qualsiasi attività umana. Essa attualmente è al centro delle riflessioni di alcuni esperti, preoccupati per l’impatto dell’AGI sulla società.

Anche figure come Sam Altman, CEO di OpenAI, e Geoffrey Hinton hanno sollevato preoccupazioni. In particolare firmando lettere per richiedere una regolamentazione nel settore. La regolamentazione della tecnologia AI, però, è vista con scetticismo da alcuni esperti. I quali accusano i dirigenti delle grandi aziende di enfatizzare i rischi futuri per ridurre le proprie responsabilità e attrarre investimenti.

Lo sviluppo dell’IA generale solleva anche quesiti di carattere filosofico. Molti ricercatori, come il filosofo Hubert Dreyfus, si sono interrogati su quanto un’intelligenza creata dall’uomo possa replicare i complessi processi mentali umani. Per esempio nell’astrazione e nella comprensione emotiva. Alcuni esperti ritengono che le capacità di ragionamento dell’AI, benché impressionanti, si limitino alla memorizzazione e all’elaborazione di dati pregressi. Altri, come Matthew Barnett e Tamay Besiroglu, sostengono invece che l’AI stia gradualmente imparando a ragionare. Sviluppando una capacità che potrebbe, in futuro, portare a forme di ragionamento emergente, molto simile alla mente umana.

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Pubblicato da
Ilenia Violante