Durante l’evento di presentazione dei nuovi Cybercab di Tesla, i robot Optimus hanno catturato l’attenzione del pubblico. Tuttavia, si è presto scoperto che gran parte delle loro prestazioni era frutto del controllo umano, una rivelazione che non ha sorpreso gli osservatori più attenti. Sebbene Tesla abbia affermato che i robot camminavano autonomamente grazie all’intelligenza artificiale, il controllo degli arti superiori e la comunicazione erano gestiti da esseri umani. Questo ha sollevato dubbi sulla reale autonomia dei robot presentati.
La presentazione ha mostrato robot estremamente reattivi, capaci di rispondere alle richieste del pubblico in maniera fluida e precisa. Ogni robot possedeva una voce diversa, il che ha fatto nascere interrogativi sulla veridicità di tali capacità. Alcuni partecipanti hanno posto domande dirette ai robot, e sembra che gli operatori fossero stati istruiti a non rivelare troppo, pur senza mentire apertamente. Questa situazione ha alimentato speculazioni e commenti sui social, soprattutto su X, la piattaforma precedentemente nota come Twitter, anche essa di proprietà di Elon Musk.
Su X, diverse voci contrastanti hanno iniziato a circolare. Alcuni utenti sostengono di aver parlato con dipendenti Tesla che avrebbero confermato il controllo remoto dei robot, mentre altri, come Marques “MKBHD” Brownlee, hanno riportato che i rappresentanti si sono rifiutati di ammettere che le voci dei robot fossero umane. Altri ancora hanno diffuso video che sembrano mostrare una sala di controllo, ma si trattava in realtà di un video ufficiale di Tesla che illustrava la procedura di addestramento.
Nonostante le perplessità sull’effettiva autonomia dei robot, Tesla ha dichiarato che gli Optimus saranno prodotti in massa in futuro, con un prezzo stimato tra i 20.000 e i 30.000 dollari. Tuttavia, nessuna data precisa è stata annunciata. Durante l’evento, i robot sono stati una sorta di “extra” rispetto alla vera novità: il Robovan e il Cybercab. Prima di vedere uno scenario in cui i robot umanoidi faranno parte della quotidianità, simile a quanto visto nel film “Io, Robot”, dovremo attendere ancora.