L'AI generativa sta cambiando molto nella nostra vita, a cominciare dal settore del lavoro che verrà sempre più scosso dall'innovazione.

L’Intelligenza Artificiale Generativa (GenAI) e le tecnologie AI stanno trasformando radicalmente il panorama lavorativo, influenzando interi settori industriali con un ritmo sorprendente. Secondo un recente studio di Dell Technologies, presentato durante la conferenza internazionale Comolake 2024 a Cernobbio, questa evoluzione continuerà a impattare significativamente l’economia e il mondo imprenditoriale nei prossimi anni. Tuttavia, la rapidità di tali cambiamenti genera incertezze tra le aziende italiane riguardo al loro futuro.

 

L’avvento dell’AI nel panorama aziendale italiano

La ricerca ha coinvolto un campione di aziende di 40 Paesi e ha rivelato che il 40% delle aziende italiane non ha ancora chiaro come il proprio settore si evolverà nei prossimi 3-5 anni. Questa situazione evidenzia un crescente clima di incertezza legato all’accelerazione delle innovazioni tecnologiche. 

Tra i punti salienti del report emerge l’impatto dell’AI sulle competenze lavorative. Ben il 71% degli intervistati italiani ritiene che le mansioni richieste nel mercato del lavoro da qui al 2030 non siano state ancora definite. Ciò implica che l’intero sistema economico dovrà adattarsi a nuove realtà professionali, rendendo cruciale la formazione e il re-skilling dei lavoratori. Filippo Ligresti, VP&MD di Dell Technologies Italia, sottolinea l’importanza di preparare i giovani talenti e gli attuali lavoratori affinché possano rispondere a un mercato in continua evoluzione.

Nonostante queste incertezze, le aziende italiane mostrano una fiducia notevole nelle potenzialità dell’AI. L’82% degli intervistati prevede che nei prossimi cinque anni ci sarà una collaborazione sempre più stretta tra uomo e macchina, con l’intelligenza artificiale che supporterà e potenzierà le capacità umane piuttosto che sostituirle. Tuttavia, il 66% dei partecipanti esprime preoccupazione per il rischio che l’AI generativa possa ampliare il divario digitale, accentuando le disuguaglianze tra chi ha accesso alle tecnologie e chi ne è escluso.

Un’ulteriore preoccupazione riguarda la carenza di talenti specializzati. Quasi il 60% degli intervistati segnala difficoltà nel reperire risorse adeguate per seguire l’innovazione. Anche la questione della regolamentazione si fa sentire: l’80% delle aziende ritiene necessario definire normative precise per garantire un uso corretto e sostenibile dell’AI, mentre il 58% teme che il potere tecnologico possa concentrarsi in poche mani, creando squilibri nel mercato.

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