Tale richiesta è stata giustificata da Google affermando che la sentenza risulta “viziata” a causa di una serie di errori legali che avrebbero permesso ad Epic di escludere Apple dall’analisi. In quest’ultimo caso, infatti, l’azienda di Cupertino non è stata classificata come monopolista anche se richiede che tutte le applicazioni passino per il suo App Store.
Le implicazioni per l’azienda di Mountain View includono una serie di provvedimenti relativi al Play Store. Nel dettaglio, la sentenza che dovrebbe entrare in vigore il prossimo 1 novembre
impedisce a Google di proibire agli sviluppatori di comunicare con gli utenti. Nello specifico, si fa riferimento alla possibilità di riferire la presenza di modalità alternative di acquisto per le app rispetto allo store ufficiale dell’azienda di Mountain View. E non è tutto.Secondo quanto riferito Google avrebbe l’obbligo di distribuire app store di terze parti attraverso il proprio. Inoltre, l’azienda non potrebbe più richiedere l’uso del sistema di fatturazione Google Play nelle app che vengono distribuite sul suo Store. Infine, viene anche indicato che non può più vietare l’uso di metodi di pagamento alternativi. Il primo set di modifiche dovranno essere apportate entro massimo tre settimane.
Riguardo tali tempistiche, Google ha dichiarato che sono troppo frettolosi e potrebbero causare delle problematiche riguardo la sicurezza dei sistemi Android. Proprio tali circostanze avrebbero condotto l’azienda di Mountain View a chiedere che l’applicazione delle modifiche venga rimandata fino alla fine del processo.