Secondo quanto riportato nelle ultime indagini, le GPU Blackwell sono sold out per tutto il 2025. Nvidia è corsa al riparo, sta cercando di aumentare la produzione per soddisfare le richieste di mercato, che superano di gran lunga la sua capacità di produzione. A conferma di ciò, l’azienda americana ha stretto una partnership con Foxconn per la realizzazione di un colossale impianto di produzione in Messico.
Hanno presentato le GPU Blackwell a marzo, comprendono la B200 e il “super chip” GB200 Grace, progettati per gestire i carichi di lavoro impegnativi legati all’IA. L’esempio più simbolico è come gestiscano l’inferenza di modelli linguistici di grandi dimensioni, riducendo al contempo il consumo energetico.
Chi ha contribuito maggiormente alla vendita delle GPU di NVIDIA
Il grosso della domanda arriva ovviamente dalle aziende più importanti del panorama tecnologico mondiale, ovvero i clienti storici di NVIDIA, tra cui AWS, Google, Meta, Microsoft e Oracle. Queste aziende da sole hanno acquistato tutte le scorte della GPU Blackwell per i prossimi quattro trimestri. Insomma, i nuovi ordini saranno processati dopo il 2026.
Ci sono però delle importanti incognite da non poter tralasciare. Infatti, entrambe le GPU B100 e B200 utilizzano la tecnologia CoWoS-L di TSMC, non si sa bene se il partner abbia effettivamente la capacità di tenere il passo con l’enorme domanda per le nuove soluzioni di NVIDIA. Il secondo dubbio riguarda le memorie HBM3E. Sembra che NVIDIA non abbia ancora finito di verificare l’idoneità di quelle prodotte da Samsung, l’azienda coreana infatti sarebbe la principale candidata a diventare il fornitore principale per le Blackwell in futuro.
Risolvere questi problemi sarà fondamentale per assicurare a NVIDIA il primato in questo settore del quale è da anni il leader. Sembra che l’azienda sia piuttosto fiduciosa a riguardo, probabilmente riusciranno a trovare una quadra a tutti questi problemi già entro la fine dell’ultimo trimestre del 2024.