Alfa Romeo MiTo Cabrio: un sogno mai realizzato

L’Alfa Romeo MiTo è stata un’auto molto amata, una compatta dal carattere sportivo che ha conquistato molti appassionati del brand. C’è però un capitolo, anzi un modello in particolare, poco noto nella storia di quest’auto: la MiTo Cabrio. Nel 2010, la versione cabrio era pronta per la produzione, con un design già definito e una capote in tela che avrebbe mantenuto il suo look sportivo a 4 posti. Ma allora, perché non la vediamo sulle strade? Dov’è?

Il motivo è legato a una decisione del compianto Sergio Marchionne, allora CEO del Gruppo FCA. In un momento delicato per Alfa Romeo, Marchionne decise di non puntare su un segmento considerato poco redditizio, quello delle cabriolet. Una scelta strategica per evitare rischi economici, soprattutto per un’azienda che doveva “tirare la cinghia”. Fu così che il progetto, sebbene fosse già in fase avanzata, venne bloccato. Marchionne pensò che investire in una cabrio non avrebbe portato i ritorni economici desiderati. Scelta giusta o errore?

Un prototipo Alfa Romeo che non ha mai visto la luce

Anche con il no definitivo, il prototipo della MiTo Cabrio esisteva già. L’auto avrebbe probabilmente adottato il motore 1.4 litri turbo da 155 CV, garantendo prestazioni simili alla versione più pepata della MiTo Quadrifoglio Verde. Anche se oggi la meccanica è irrilevante, il design, condiviso dal designer Juan Manuel Diaz, ci fa capire cosa avrebbe potuto essere. Una rivale diretta della MINI Cabrio, con tutto il fascino del Biscione.

Chissà cosa sarebbe successo se questa piccola cabrio fosse stata lanciata. Avrebbe avuto lo stesso successo della MiTo “standard”? La sua linea accattivante e lo spirito sportivo avrebbero potuto conquistare una nuova fetta di mercato, magari puntando anche su chi cercava un’auto dinamica ma accessibile. Oggi, guardando al passato, resta un po’ di rammarico. La MiTo Cabrio è rimasta un sogno, un’idea che avrebbe potuto ampliare la gamma Alfa Romeo ma che non ha mai trovato spazio nelle concessionarie. Un vero peccato per gli appassionati del marchio che, ancora oggi, ricordano con affetto questa piccola sportiva.

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